Maria G’s: la nuova officina gastronomica di Robin Gill

La città di Londra accoglie una nuova perla culinaria nella famosa rete di bistrot, il ristorante Maria G's di Robin Gill

di Agnese Morselli

Nella sua biografia di Twitter, Robin Gill si presenta come “cook/ family man/ creator and director of @TheDairyClapham @SorellaClapha @culturesnax previously judge @MasterChef_IRL author of Larder by @Bloomsburycooks” (cuoco/padre di famiglia/fondatore e direttore di @TheDairyClapham @SorellaClapha @culturesnax ex giudice @MasterChef_IRL autore di Larder di @Bloomsburycooks) 

Dublinese di origine, Robin Gill ha lavorato con chef rinomati come Marco Pierre White e Raymond Blanc. Dopo aver sbalordito la scena della ristorazione londinese con il suo debutto, The Dairy, e con i suoi seguiti, tra cui Sorella, Darby’s e il Bloodshot Supperclub, il prossimo progetto era destinato a non tardare. E Maria G’s è un gioiello assoluto. 

La location

La location da sola risulta estremamente interessante, o meglio, misteriosa: situato a West Kensington, non conviene infatti seguire alla lettera le indicazioni del navigatore. Il ristorante vero e proprio si trova all’interno di un nuovo complesso residenziale, ma è così profondamente incastonato che sembra trovarsi in una strada completamente diversa. Basta percorrere Warwick Road fino a raggiungere il nuovo e altissimo complesso residenziale di Coe House, per poi addentrarsi tra gli imponenti edifici. È in una tranquilla piazza sul retro che si raggiunge il Maria’s. 

Lo spazio in sé è un bellissimo corridoio di cabine a forma di C, sovrastate da un enorme lampadario Art Déco, ma è lo spazio esterno che risalta davvero. Aperto da enormi porte, è una piccola piazza chiusa, con un prato ben curato, un letto di erbe aromatiche (da cui la cucina attinge molto spesso) e quello che potrebbe essere l’unico tavolo da chef all’aperto della città. Il tavolo è in pietra, circondato da importanti sedie in vimini e affiancato da una piccola fontana. 

Un omaggio all’Italia

Il ristorante sarà una sorta di omaggio al periodo che lo chef ha trascorso lavorando nel sud Italia, in particolare a Marina Del Cantone, un piccolo villaggio sulla spiaggia lungo la costa amalfitana. 

Gill ha dichiarato allo Standard: “Durante la mia formazione ho avuto la fortuna di trascorrere del tempo vicino alla Costiera Amalfitana, dove un piccolo villaggio di pescatori chiamato Marina del Cantone ha lasciato un’enorme impronta su di me e sul modo in cui cucino oggi”. Continua: “Il Maria G’s è un ristorante che mi porta sul viale dei ricordi. Creerò i miei piatti preferiti con alcuni dei miei ingredienti preferiti provenienti dai miei amati fornitori”. 

Il menù

Ideato dallo storico amico ed executive chef Aaron Potter, il menù è conciso ma estremamente curato, impostato per adattarsi attraverso le stagioni, passando dal Sud Italia in estate al Nord Italia in inverno. 

Tra i piatti di spicco dell’inaugurazione, le acciughe avvolte in un pacchetto di foglie di salvia e successivamente fritte; un delizioso piatto di stracciatella de La Latteria servita con pompelmo, erbe tenere e olio d’oliva, fette di succulenta fesa d’agnello con cagliata di capra, peperoncino e menta. 

Il piatto che si è aggiudicato il titolo di re è invece lo sgombro alla bolognese con linguine al nero di seppia e una piccola piramide di pangrattato croccante. Da bere è offerta un’ampia serie di spritz, cocktail, sorbetti, amari e birre. 

La carta dei vini, prevalentemente italiana, presenta produttori di tutto il paese, dai rossi audaci e fruttati del sud ai bianchi freschi e frizzanti e al prosecco del nord. Tra i vini di spicco figurano il Kalimera Biancolella DOC, prodotto sull’isola di Ischia al largo di Amalfi, e il Tignanello Antinori Chianti Classico 2016. La lista comprende anche bottiglie selezionate da Francia, Spagna, Portogallo e dall’inglese Hattingley Valley nell’Hampshire. 

Come per gli altri suoi ristoranti, anche in questo caso ci sarà un’attenzione particolare alla riduzione dei rifiuti e alla provenienza il più possibile locale.

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