Da oggi otto episodi per ridere e riflettere sull’identità maschile nell’epoca della parità di genere
Sicuri di sé, ironici, un po’ spavaldi: così si presentano i quattro protagonisti di “Maschi Veri”, la nuova serie in otto episodi da ora disponibile su Netflix. Ma dietro le apparenze da duri, si nasconde un mondo di incertezze, contraddizioni e fragilità. In un’epoca in cui i ruoli di genere vengono messi in discussione, anche il concetto di “maschio vero” è tutto da riscrivere.
Quattro uomini, un’identità da ricostruire
Mattia (Maurizio Lastrico), Massimo (Matteo Martari), Riccardo (Francesco Montanari) e Luigi (Pietro Sermonti) sono amici di lunga data, tutti intorno ai quarant’anni. Cresciuti con il mito del maschio dominante, si ritrovano improvvisamente a fare i conti con un mondo che non funziona più secondo le regole che credevano immutabili. Tra dinamiche di coppia in crisi, figli da crescere e rapporti sociali sempre più complessi, ciascuno di loro sarà costretto a rimettere in discussione il proprio ruolo, dentro e fuori casa.
Una commedia che parla al presente
“Maschi Veri” affronta con intelligenza e ironia il tema dell’identità maschile, offrendo uno sguardo comico ma mai banale su ciò che significa essere uomini oggi. I protagonisti sono figure realistiche, imperfette, che cadono, inciampano, si contraddicono. Ed è proprio in questa fragilità condivisa che la serie trova la sua forza narrativa, mettendo al centro il bisogno universale di comprendersi, adattarsi, crescere.
Uomini nuovi, errori vecchi (e nuovi inizi)
“Maschi Veri” non dà risposte, ma pone domande necessarie. Fa ridere, certo, ma anche pensare. Perché oggi essere uomini non significa più dimostrare forza a tutti i costi, ma imparare a riconoscere le proprie debolezze, ascoltare, mettere in discussione certezze che sembravano inviolabili. E magari, riderci su insieme.