Una notte memorabile per il cinema italiano: i David di Donatello 2025 hanno consacrato Vermiglio di Maura Delpero come miglior film dell’anno. Un risultato storico che va oltre il palmarès: per la prima volta in 70 edizioni, una regista donna conquista il premio per la miglior regia. Un segnale potente di cambiamento in un settore dove la rappresentanza femminile ai vertici creativi è ancora un traguardo da raggiungere.
Con ben 14 nomination e 7 David vinti, Vermiglio si è imposto non solo per la regia, ma anche per sceneggiatura originale, produzione, casting, fotografia e suono. Un’opera che ha convinto critica e giuria, affermandosi come manifesto di un cinema italiano nuovo, intenso e coraggioso.
Tra gli altri premi spicca Elio Germano, al suo sesto David, per l’interpretazione di Enrico Berlinguer in Berlinguer – La grande ambizione. Sul fronte femminile, la rivelazione è Tecla Insolia, miglior attrice protagonista per L’arte della gioia, la miniserie diretta da Valeria Golino, che vince anche per la miglior sceneggiatura non originale.
Notevole anche il debutto alla regia di Margherita Vicario con Gloria!, che le vale due premi: miglior regista esordiente e miglior colonna sonora, condivisa con Davide Pavanello. Il suo stile fresco e poliedrico segna un ingresso brillante nel panorama cinematografico italiano.
Non mancano i riconoscimenti alla carriera: il David speciale è andato a icone del cinema come Pupi Avati, Giuseppe Tornatore, Ornella Muti e Timothée Chalamet, omaggiando sia il cinema italiano che quello internazionale.
Da segnalare anche la vittoria di Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta in categorie tecniche come scenografia, costumi, trucco e acconciatura, a conferma dell’eccellenza raggiunta nelle produzioni d’epoca.
Il David dello spettatore è stato conquistato da Diamanti di Ferzan Özpetek, il film più visto dell’anno con oltre due milioni di spettatori. Un altro segnale dell’affetto del pubblico verso un cinema che sa emozionare.
Quella del 2025 è un’edizione che segna un cambio di passo: più donne premiate, nuove voci affermate e una qualità diffusa che rinnova la centralità del cinema italiano. Tra impegno politico, sperimentazione visiva e storie al femminile, i David fotografano un presente ricco e promettente.