“La ragazza nella nebbia”: Donato Carrisi ci stupisce ancora una volta

Cappotto di cachemire, eleganti completi grigi e blu di taglio sartoriale, gemelli d’oro rosa ai polsi, una stilografica d’argento sempre in mano e un fortissimo “istinto di cattura”, accompagnato da una dose di mancanza di scrupoli: accogliamo sulla scena l’agente speciale Vogel, animale da palcoscenico bramato e conteso dai più importanti tal show televisivi, il solo in grado di intercettare i gusti di un pubblico che brama famelico nuovi casi di cronaca.

Giacca di velluto, pantaloni di fustagno, Clarks sformate dall’uso, un vecchio fuoristrada bianco con troppi kilometri accumulati. Loris Martini, professore di letteratura alla scuola superiore del paese, presenza leggera e invisibile, coinvolto con la sua famiglia in una vicenda incredibile e crudele.

Una valle stretta e lunga, incastrata tra le Alpi, e un piccolo paese di montagna tanto ostile ai turisti quanto innamorato della fama, dove la fede ossessiva in Dio e nel denaro proseguono lungo binari paralleli.

Lentiggini e lunghi capelli rossi raccolti in una coda, uno zainetto colorato, una tuta grigia, un giubbino bianco: è lei “la ragazza nella nebbia”, la giovanissima Anna Lou, sedici anni, che scompare una sera d’inverno lungo la strada che dalla sua casa conduce alla chiesa del piccolo comune di Avechot.

Media affamati,un paese diviso, una famiglia distrutta, un poliziotto idealista, uno psichiatra che custodisce troppi segreti, un’inviata disposta a tutto per uno scoop, una giornalista vecchia e sola che potrebbe dare una svolta a un caso che per due mesi interi monopolizza la cronaca italiana. Sono questi gli ingredienti de “La ragazza nella nebbia”, il nuovo e attesissimo romanzo di Donato Carrisi, lo scrittore italiano di thriller più letto al mondo, da poco in tutte le librerie. Nato a Martina Franca nel 1973 e residente a Roma, Donato Carrisi ha raggiunto il successo con il suo avvincente romanzo d’esordio, “Il Suggeritore”, lanciando il giovane autore nell’Olimpo dei grandi maestri internazionali del genere. I suoi lettori lo conoscono per le avventure di Mila Vasquez, la complicata protagonista de “Il Suggeritore” (2009) e “L’ipotesi del male” (2013), e del Penitenziere, che ne “Il tribunale delle anime” e “Il cacciatore del buio” ci svela una Roma cupa, misteriosa e pericolosa, in cui odio, amore, fede e follia si intrecciano in un crescendo di tensione, fino all’esplosione finale.

Nel suo ultimo romanzo, Carrisi si lascia apertamente ispirare da alcuni dei più noti fatti di cronaca che hanno sconvolto l’Italia, ma mette i suoi lettori di fronte a riflessioni più profonde della superficiale divisione tra innocentisti e colpevolisti. I media, infatti, hanno un ruolo fondamentale nelle 373 pagine del thriller, tanto da farci chiedere: quanto di ciò che vediamo è vero? Quanto di ciò che leggiamo ogni giorno su Internet e sui giornali è aderente alla realtà? I mostri esistono, o servono solo a tacere la nostra coscienza, di fronte a un male che esiste e può colpire nei luoghi più inattesi?

Un intreccio che cattura il lettore fino all’ultima pagina, trasportandolo nella quotidianità di un piccolo paese di montagna che ha chiuso le porte al mondo fino a quando si trova, suo malgrado, costretto a riaprirle, quando il male bussa con tutta la forza che ha. Chi è davvero la ragazza nella nebbia? Perché è sparita? Chi l’ha portata via due giorni prima di Natale, e soprattutto, perché?

La soluzione dell’enigma è lì, in mezzo alle pagine fitte di inchiostro e parole, così ricche di inquietanti similitudini con la vita reale. È lì, in quello che l’agente speciale Vogel definisce “il lato oscuro della luce. Perché anche la luce ne aveva uno. Non tutti riuscivano a vederlo”.

E noi? Lo vediamo?

Di Martina Porzio

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