Nostra Solitudine, un libro che ci accompagna sul significato della solitudine: tra paura, desiderio e libertà. In libreria dal 28 ottobre, Daria Bignardi espone il concetto di solitudine partendo dalla sua vita privata, elevandolo quasi ad un sintomo collettivo e strumento di indagine sociale.
Parte da se stessa; con i suoi viaggi e gli incontri vissuti tra la Palestina, il Vietnam e l’Uganda, l’autrice cerca di raccontare dei frammenti della sua vita parlando della solitudine. Qui, il suo pensiero arricchito da tante domande come: “Se fossi nata uomo, mi sarei sentita allo stesso modo? Sola?” mettendo così a nudo quel legame tra solitudine, l’essere donna, l’essere madre, compagna e lavoratrice.
Il libro è un saggio esistenziale che interroga la condizione umana nell’era delle crisi globali, disegnando quasi una mappa che collega l’io più profondo alla sofferenza del Pianeta, partendo dai conflitti in Cisgiordania alla fragilità dei contesti svantaggiati in Uganda.
La solitudine: una lente sul presente
Il vero motore di “Nostra solitudine” è la riflessione che trasforma un sentimento individuale in una categoria di analisi etica e sociale. Si domanda “Perché ogni tanto dimentico che la mia solitudine non è solo mia?” quella che si deve creare e che si crea è empatia, e da “mia” solitudine diventa nostra per il semplice fatto che esista un riconoscimento empatico che ci lega tutti insieme.
La solitudine diventa quindi un sintomo collettivo, ma ciò che cambia e si differenza è che la solitudine descritta dalla Bignardi come sua è, in parte, una scelta, in netto contrasto con la solitudine-condanna di chi è oppresso o in esilio. Questa consapevolezza la spinge a guardare oltre, misurando la propria solitudine e il suo isolarsi rispetto a chi non ha scelta e vive sotto le bombe o in contesti di disparità. L’autrice si dimostra osservatrice, ascolta, si lascia attraversare dalle vite.
