Palazzo Reale ospita “Le Signore dell’arte”

Dal 27 aprile al 25 luglio è possibile fare visita alle oltre 130 opere di “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”

Da zoom alle sale di Palazzo Reale

Da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 19:30, è tornata in presenza la mostra “Le signore dell’arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”. Dal 27 aprile Palazzo Reale ha potuto infatti riaprire, letteralmente, le porte alla mostra presentata l’1 marzo e poi sospesa per le restrizioni anti-covid. Si torna ad ammirare l’arte dal vivo. 

L’organizzazione: Art.live! e visite in presenza

Dal 27 aprile al 25 luglio è possibile fare visita alle oltre 130 opere di “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”. Dopo le visite virtuali guidate via zoom, si può infatti tornare a percorrere i corridoi di Palazzo Reale in Piazza del Duomo. Una ripartenza a cui vale la pena partecipare per scoprire vita e lavori di artiste, più o meno conosciute, che hanno segnato la storia dell’arte. Una storia rimasta per lo più celata, all’ombra della controparte artistica maschile che per secoli abbiamo elogiato. Tra le 34 artiste risuonano infatti nomi noti per la parentela con artisti e pittori maschi, come quello di Artemisia Gentileschi. Ma la mostra riserva anche nuove scoperte, come Claudia del Bufalo, una delle tanti nobili romane che riempiva il tempo libero dipingendo.  

All’azienda Arthemisia si deve l’organizzazione della mostra, curata da Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, e promossa dal comune di Milano – Cultura. Arthemisia ha reso possibile la realizzazione sia fisica che virtuale della mostra per sopperire alle restrizioni anti-covid. Nei mesi di chiusura forzata, attraverso il format Art.live! è stato infatti possibile partecipare in diretta ad un’esclusiva visita guidata dei quadri messi in esposizione. Un’esposizione che aderisce al palinsesto culturale cittadino dedicato a I talenti delle donne, promosso  dall’Assessorato   alla   Cultura   del   Comune   di  Milano. Una dedica alle donne del passato e a quelle odierne, protagoniste del mondo culturale, imprenditoriale, politico, sportivo e scientifico. 

Oltre alla collaborazione tra Palazzo Reale, comune di Milano-Cultura e Arthemisia, con il sostegno della Fondazione Bracco, l’organizzazione della mostra ha coinvolto diverse realtà culturali. Le oltre 130 opere provengono infatti da ben 67 prestatori. Tra questi, il Museo degli Uffizi di Firenze, il Museo di Capodimonte, l’Accademia di Brera, La Galleria Nazionale dell’Umbria e la galleria Borghese di Roma. Ma anche i musei Reali di Torino, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Musée des Beaux Art di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznań.

Artiste e imprenditrici di se stesse

La mostra, oltre a mettere in luce le straordinarie capacità tecniche e creative delle artiste, sottolinea il ruolo da loro ricoperto nella società del tempo. Che fossero figlie, mogli, sorelle di qualche pittore o donne di chiesa, furono tutte fautrici del proprio successo. Imprenditrici di se stesse e della propria vita, della propria arte presso grandi corti internazionali e nelle relazioni con il mondo e con gli altri. Tra queste protagoniste si annoverano Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre.

Tra i nomi più conosciuti delle 34 artiste proposte figura quello di Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio. Con carattere deciso e vena imprenditoriale, lottava contro il confinamento della figura femminile, opponendosi alla figura del padre sia come autorità che come potenza creativa. Della cremonese Sofonisba Anguissola, divisa tra le corti spagnole e italiane, viene invece esposta, oltre a “La partita a scacchi”, la “Pala  della Madonna  dell’Itria”. Dipinta in Sicilia nel 1578 , esce per la prima volta dall’isola per approdare in mostra a Milano dopo un’importante restauro. La stessa prima volta in trasferta della “Madonna  Immacolata  e  san  Francesco Borgia” di Rosalia  Novelli  e  “Matrimonio mistico  di  Santa  Caterina” di  Lucrezia  Quistelli.

Lavinia Fontana, bolognese figlia del manierista Prospero Fontana, sposò letteralmente il proprio amore per l’arte. Decise infatti di acconsentire al matrimonio soltanto a condizione di poter continuare a dipingere, facendo del marito Giovan Paolo Zappi, pittore imolese, il proprio assistente. Sono 14 le opere di sua creazione esposte a Palazzo Reale. Tra queste l’“Autoritratto nello studio” degli Uffizi, la “Consacrazione alla Vergine” del Musée des Beaux-Arts di  Marsiglia e alcuni  dipinti  di  soggetto mitologico. 

Sempre bolognese, la pittrice Elisabetta Sirani dà un esempio a tratti nudo e crudo della condizione infelice della donna del tempo. La ribellione alla violenza maschile è particolarmente visibile in “Porzia che si ferisce alla coscia e in “Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno”. Ma lo stesso sanguinario messaggio lo si ritrova anche nel quadro di Fede Galizia “Giuditta con la testa di Oloferne”. Una testa senza vita che per l’appunto giace in un recipiente dorato. E in recipienti giace anche talvolta l’arte di Giovanna Garzoni, che prediligeva il cibo come soggetto artistico, presente alla mostra con rare pergamene. 

Queste e molte altre sono le opere esposte alla mostra di Palazzo Reale a Milano. Tuttavia, “Le signore dell’arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600” oltre che una mostra è il racconto di un vissuto artistico femminile tutto da scoprire. Non vi resta che prenotare una visita e fare un tuffo nel passato. 

di Greta Masè

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