“Diagrams” in Fondazione Prada: un viaggio tra dati, estetica e potere della rappresentazione

A Ca’ Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, prende vita “Diagrams: A Project by AMO/OMA”, una mostra che esplora la storia e il potenziale delle infografiche come strumenti di conoscenza, potere e persuasione

a cura della Redazione

Firmato dallo studio AMO/OMA di Rem Koolhaas, il progetto intreccia scienza, storia, arte e politica per svelare come la visualizzazione dei dati abbia plasmato — e continui a plasmare — la nostra percezione del mondo.

Nata dall’esigenza di rendere intellegibili concetti complessi, l’infografica ha radici antiche e nobili: dalle tavole astronomiche per l’élite europea ai diagrammi ecologici di Alexander von Humboldt, fino alle mappe temporali dell’educatrice femminista Emma Willard. La mostra racconta questa evoluzione con un allestimento ricco di reperti e sezioni tematiche che spaziano dalla salute alla guerra, dalla religione all’economia, dalla migrazione alla crisi ambientale.

Nel cuore del percorso espositivo, il diagramma emerge non solo come strumento di sintesi ma anche come mezzo retorico: potente, talvolta ingannevole, capace di legittimare ideologie o creare consenso. E se in passato era riservato agli ambienti colti, oggi è onnipresente: dalla comunicazione scientifica ai social network, tra big data e disinformazione. È proprio questo dualismo — chiarezza vs manipolazione — a innescare una riflessione critica e necessaria sull’uso del linguaggio visivo nell’era digitale.

Con uno sguardo retrospettivo e proiettato al futuro, Diagrams dialoga con la ricerca architettonica di Koolhaas e AMO/OMA, che sin dagli anni ’70 utilizzano la rappresentazione diagrammatica per dare forma a nuove architetture e città. Il progetto si completa con un prezioso volume illustrato firmato da Irma Boom, arricchito da testi di studiosi come Alberto Cairo e Kate Crawford, e un dialogo tra Koolhaas e la curatrice Katya Inozemtseva.

Fino al 24 novembre 2025, questa mostra ci invita a guardare oltre la superficie dei grafici e delle mappe, per comprendere non solo cosa ci dicono, ma soprattutto come lo fanno. Un’esperienza che unisce rigore e immaginazione, mettendo in discussione i confini tra oggettività e narrazione.

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