Audemars Piguet, relazione tra passato e presente

Audemars Piguet

Audemars Piguet dà vita al nuovo cronografo

Come una sorta di rivincita verso la collezione della nuova linea di orologi lanciata nel 2019 dopo diversi anni, che ha dovuto far fronte a non pochi pareri contrastanti, il marchio Audemars Piguet ha fatto un passo indietro, rientrando nei propri confini e, scavando negli archivi di famiglia, ha dato vita al nuovo cronografo del 1943: il [RE]Master01, perché non c’è nulla di più bello che prendere qualcosa dal passato e sperimentare attraverso il prisma e le competenze di oggi.

Si tratta come sempre per Piguet di una super Limited Edition che sicuramente sarà sold-out in pochissimo tempo dalla sua uscita. Motivo per cui l’azienda aveva ben pensato di crearlo per celebrare il nuovo museo progettato dal brand Bjarke Ingels nella sua città natale di La Brassus, in Svizzera. In questo modo chi non fosse riuscito ad accaparrarsi questo gioiellino, per lo meno avrebbe potuto osservare, con occhi pieni di stupore, l’originale cronografo degli anni ‘40. Considerate però le attuale condizioni che stanno incombendo nel Paese, al momento l’apertura del museo è stata posticipata a data da destinarsi.

Reinterpretazione, non riedizione

Gli archivi di Audemars Piguet sono talmente ampi che ci sarebbe stato l’imbarazzo della scelta tra gli orologi, ma nessuno come questo del 1943 avrebbe mai potuto scrivere un’altra importante pagina della storia del marchio svizzero. La sua estetica particolare, il design contemporaneo per l’epoca e l’estrema ricerca e cura nei dettagli, lo hanno portato ad esser scelto per questa reinterpretazione, che ha lo scopo di mostrare l’alta creatività della Manifattura del periodo della Seconda Guerra Mondiale.

“Volevamo scuotere un po’ le carte”, precisa Michael Friedman, Responsabile delle complicazione di Audemars Piguet, il quale sottolinea le diversità nel produrre orologi oggi rispetto agli anni ‘40. Il cronografo [RE]Master01 non vuole discostarsi troppo dall’originale pre-modello 1533 del 1943, tanto da inchiodare l’originale con quadrante champagne retrò, cassa tonda e anse in acciaio, messe in risalto da pulsanti in oro rosa 18 carati. Una cosa geniale che è stata mantenuta è l’indicatore dei 15 minuti posto nel contatore dei 30 minuti a 9 ore, al fine di registrare fino a 45 minuti. Il perché di questa particolarità là si deve a Jacques-Louis Audemars (memoro della terza generazione della famiglia), appassionatissimo di calcio tanto da necessitare di un dispositivo che gli consentisse di cronometrare la metà della partita.

[RE]Master01: le novità

Seppur legato alla versione originale, il [RE]Master01 presenta una cassa di dimensioni più grandi, ben 40mm anziché 35mm, per garantire una migliore leggibilità, ed un cronografo flyback integrato automatico, che non è stato realizzato manualmente, a differenza della versione del 1943. Grazie al vetro antiriflesso che sovrasta il fondello, si può ammirare in tutta la sua bellezza e complessità la massa oscillante in oro rosa 22 carati satinata e decorata con la tecnica “Clous de Paris”, usata da Audemars Piguet sin dagli anni ‘50. Un qualcosa di straordinaria rarità.

Audemars Piguet e il linguaggio universale in tutto il mondo

[RE]Master01 si fa portavoce di quel design tipico della metà del XX Secolo che si combina alla perfezione con le tecniche contemporanee del mondo dell’orologeria. Audemars Piguet da sempre è stato lungimirante, e oggi come non mai deve essergliene riconosciuto.

 

di Agnese Pasquinelli

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