I nuovi indirizzi moda per chi ha fame di dettagli

Il luxury snacking di Louis Vuitton e le nuove aperture che legano food e fashion in giro per il mondo

di Pamela Romano

Da quando il concetto di lifestyle ha aperto le porte ai vari settori del mercato, ai brand di moda quello della ristorazione ha da sempre fatto gola. La chiave del successo non è solo l’unione delle potenze che distinguono il nostro Paese, pensate che in un’unica realtà si fondono cibo, moda e design; ma senza alcun dubbio è l’esperienza che fa sentire appartenenti a tutti i valori del brand che stiamo assaporando. 

Louis Vuitton e Da Vittorio per Milano

A pensare ad un’esperienza davvero unica e che unisca tutti i settori su cui si impegna è la maison Louis Vuitton con la riapertura della sua boutique di Via Monte Napoleone 2 a Milano. Alla città ospitante è dedicata l’intera ristrutturazione del palazzo, più precisamente il Palazzo Taverna, dallo stile lombardo del tardo neoclassico, per mano dell’architetto Peter Marino, che ha coordinato i lavori richiamando colori e materiali della città. Ma anche la scelta della collaborazione culinaria con il ristorante tre stelle Michelin Da Vittorio, lombardo per l’appunto, della famiglia Cerea, a cui è stata affidata sia la nuova concezione di luxury snacking con il Da Vittorio Cafè Louis Vuitton, sia il ristorante DaV by Da Vittorio Louis Vuitton.

Ed ecco che i famosi paccheri alla Vittorio, ai tre pomodori, diventano un luxury snack sotto forma di toast dalla superficie logata, con aggiunta di mozzarella e pesto. Così tutto il resto, i dessert, il cappuccino e anche le stoviglie sono tappezzati dal monogram iconico del brand.

Non è il primo bar in Italia per la Maison francese, perché i più informati sapranno dell’apertura a Taormina della scorsa estate con Louis Vuitton Cafè by Timeo, gestito dal team del Grand Hotel Timeo, a Belmond Hotel, con una selezione di piatti preparati dallo chef Roberto Toro, ma è il primo ristorante in Italia e l’unico negozio al mondo ad avere anche un piano interamente dedicato alla collezione casa del brand. 

Giorgio Armani e la Cina

E se la Francia arriva in Italia, l’Italia va in Cina con Giorgio Armani e il suo primo Armani Caffè all’interno del China World Shopping Mall di Pechino. Situato al terzo piano dell’edificio, è raggiungibile anche dalla boutique tramite un ascensore, nel caso venisse fame dopo una sessione di shopping. Ma se Armani porta in Italia la cucina giapponese con il ristorante Nobu insieme allo Chef Nobu Matsuhisa, cosa porta Armani in Cina?

Naturalmente l’Italia, con un menu che cita parmigiana, linguine ai ricci di mare, chitarra al ragù bolognese, pizza e molto altro. Lo stile architettonico dei 350 m² unisce il design contemporaneo al glamour retrò, con pareti a specchio che evocano l’atmosfera degli anni ’30 e ’40, lampade e mobili della collezione Armani/Casa seguono le linee morbide della carta da parati azzurra e oro, decorata con il ricorrente motivo della palma.

Il mondo della moda freme per la nuova direzione artistica di Demna Gvasalia da Gucci che vedremo a settembre, ma nel frattempo la partnership con lo chef tre stelle Massimo Bottura rimane una certezza tra Firenze, Beverly Hills, Tokyo e Seoul. All’interno del Gucci Garden l’esperienza è a 360 gradi con il ristorante Gucci Osteria, la Gucci Garden Galleria con l’esposizione curata dalla critica di moda Maria Luisa Frisa e naturalmente la boutique.

Se siete amanti dei dettagli, ma di quelli precisi, come un orlo ben fatto, il cursore di una zip logato, questi sono i luoghi che fanno per voi, perché l’attenzione è altissima, la medesima che passa dal tavolo di sartoria alla tavola da pranzo.

Lascia un commento

Your email address will not be published.