In un contesto inaspettato e sorprendente, Anteprima ha scelto di presentare la collezione Spring/Summer 2026 trasformando un cantiere urbano in passerella, durante la Milano Fashion Week, regalando al pubblico un’esperienza immersiva che rompe gli schemi e ridefinisce i confini tra moda, arte e architettura. Impalcature, ghiaia e luci fredde diventano il nuovo scenario in cui i modelli sfilano con passo deciso, tra pozzanghere e nastri da cantiere che fanno da scenografia a un racconto potente e visionario. L’idea di work-in-progress diventa così il simbolo della collezione, una metafora di rigenerazione e rinascita che porta con sé un messaggio universale: la bellezza non nasce dalla perfezione, ma dal processo, dall’imperfezione e dalla trasformazione continua che caratterizza tanto la moda quanto la vita.
L’arte come alleata della moda
Uno dei tratti distintivi di questa sfilata è il dialogo costante con l’arte, grazie alla collaborazione con lo scultore giapponese Takahiro Iwasaki. Le sue opere delicate, miniature sospese tra fragilità e forza, entrano in simbiosi con la visione di Izumi Ogino, direttrice creativa di Anteprima, che da sempre costruisce collezioni capaci di unire estetica e concetto. Le strutture sottili e i giochi di equilibrio di Iwasaki si traducono in tessuti lavorati con precisione, in stratificazioni leggere che raccontano storie di resilienza e poesia. L’abito diventa non solo un oggetto di stile, ma una riflessione visiva e tattile, un ponte tra l’universo zen dell’artista e la ricerca stilistica di un brand che trova nella contaminazione culturale la propria cifra contemporanea.
Silhouette fluide e palette vibranti
La collezione porta in scena linee fluide e architetture sartoriali che sembrano respirare al ritmo del corpo. Trasparenze sovrapposte, tagli asimmetrici e tessuti innovativi creano silhouette dinamiche che mutano sotto i riflessi della luce, restituendo un’eleganza in movimento, viva e pulsante. La palette cromatica esprime energia e delicatezza allo stesso tempo: toni brillanti come giallo, blu e verde si intrecciano a sfumature pastello di pesca, menta e lavanda, fino ad arrivare ai neutri sofisticati che bilanciano l’insieme con raffinatezza. Ogni capo è pensato come un frammento di paesaggio urbano, dove l’elemento naturale e quello artificiale convivono in armonia, mentre dettagli tecnici e materiali sostenibili ribadiscono l’impegno del brand verso un futuro più consapevole.
Un manifesto di rinascita urbana
Con questa sfilata Anteprima non si limita a presentare una collezione, ma propone un vero e proprio manifesto estetico ed etico. Il cantiere come ambientazione diventa il simbolo di una società in costruzione, di una bellezza che nasce dal caos e che trova nel disordine nuove possibilità creative. Il pubblico non è più spettatore passivo ma parte integrante della scena: cammina, respira e si muove insieme ai modelli, vivendo un’esperienza multisensoriale che travalica i confini della passerella. L’impegno per la sostenibilità, il recupero creativo dei materiali e le tecniche sartoriali innovative fanno di questa collezione non solo un momento di moda, ma un atto culturale, un invito a guardare la trasformazione come motore di rinascita. In questo intreccio di arte, architettura e stile, Anteprima ribadisce la sua visione: dal disordine può nascere armonia, dalla fragilità può scaturire forza, e dalla continua evoluzione può emergere un nuovo linguaggio della bellezza.
