L’amore inaspettato che racconta Miuccia Prada

Prada

Una storia d’amore quella raccontata nella sfilata Autunno/Inverno 2019-2020 di Miuccia Prada nel corso della Milano Fashion Week. Il suo nome, Anatomy of romance, è un inno all’anatomia dell’amore. Considerato che entrambi non siano mai una cosa semplice, il susseguirsi di proposte firmate Prada non sembra essere da meno. Un sequel dove ci sono più mostri che supereroi, c’è amore sì, ma sembra quasi far paura. Fiori appassiti insieme a tanto militare, in un insolito colloquio con classici pizzi. Insoliti e senza precedenti, gli accostamenti Prada raccontano un amore nascosto nei luoghi più impensati.

Dissezioni sartoriali tra anatomia e amore

Scomposizione sembra essere la parola chiave. Verrebbe da dire anche ossimoro, se a parlarci d’amore è Mercoledì Addams. Miuccia Prada segue le orme della sua ultima sfilata (anche la location rimane la medesima del gennaio scorso) dissezionando il concetto di paura e quello stesso di amore. Il tutto pare essere tradotto nella scomposizione anatomica del capo. Cappotti militari insieme a grandissimi fiori e pizzi neri di un classico che fortunatamente disarma, si abbinano a stivali da combattimento e, in alcuni momenti, linee militari con annesse tasche sembrano persino ricordare la linea corolle di Monsieur Dior.

Prada si appella all’unione di male e bene: lo fa avvicinando i diversi e gli antagonisti del mondo della moda. La sensazione è che si sfiorino, a momenti, senza mai però legare. Bianchi neri e grigi alternati a un grande protagonista: il militare. Insieme ai più disparati colori e le insolite apparizioni di “fiori sfioriti” che un po’ non possono che ricordare delle tridimensionali nature morte. Sono tantissimi i bacini culturali a cui Miuccia Prada attinge per la creazione di questa sfilata. Bellissimi i cappotti tono su tono dagli evidenti ed elevati tagli sartoriali, le spalle sono – in controtendenza – al posto giusto e disegnatissime,  e la vita è segnata e sprigiona femminilità.

Particolare – e romantico, sì – il cappotto in montone, con collo in pelliccia e il taglio sulla manica a ricordare un mantello. Forse proprio il taglio distintivo dello show che ritroviamo anche nelle maglie in tessuto tecnico (prerogativa di Prada), dove anch’esso vede sparire le maniche a favore di un più romantico taglio. Complimenti ai pochissimi total-white, sapientemente decorati da enormi fiori. Pizzi, pizzi e ancora pizzi, meravigliosi e romantici; alcune volte però interrotti da enormi rose, coperti da felpe ma per fortuna spesso accompagnati da pencil skirt a vita alta e lunghi mantelli neri.

I riferimenti culturali di Prada

Sono davvero tante le citazioni, moltissimi i capisaldi della cultura horror e animata chiamati a raccontarci il loro pensiero di amore. Raccontano anche la paura però, e nemmeno con troppa attenzione si riesce a rivedere Frankenstein, accompagnato questa volta dalla non molto dolce Mercoledì Addams e da una Cappuccetto Rosso evocata da rossi cappotti in montone. Eterogenea e diversificata la donna Prada, come solo l’amore sa essere. Lo styling, per fortuna discreto e silenzioso, aiuta a sentire una vaga empatia nei confronti delle anime perdute raccontate da Prada, dove piccoli occhiali proteggono identità indifese. E se di amore parla questa collezione, forse il messaggio è che lo si trova nelle situazioni e nei luoghi dove meno ci si aspetta di scovarlo. Una sorpresa, sicuramente.

 

di Camilla Stella

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