Armata di fragili eroi firmata Prada

Prada

Un’armata di mostri dotata di umanità marcia al quartier generale Prada. Va in scena lo spettacolo di una triste labilità che racconta bellezza. Riflette sul presente la collezione uomo donna A/I 2019-2020 di Miuccia Prada, e veste un esercito di negletti che avanza in una danza disciplinata e inarrestabile. Di questi fragili eroi tutto viene messo in mostra: i petti sono scoperti e i cuori esposti alla vista.

I fragili eroi di Prada

L’esaltazione del mostruoso e delle debolezze celebra il ritorno di un insolente classicismo. Tutto chiama le sfumature del nero e del grigio, unico sopravvissuto il verde di una destrutturata divisa militare, quando improvvisamente i colori più vivi esplodono in una citazione di Frankenstein. In lui e lei sono chiari i riferimenti al tailoring, gessati e lisci, severi e scuri i colori, ma la caviglia in bella vista senza calzino e la totale assenza della t-shirt (che lascia busti completamente nudi) denotano irriverenza stilistica.

Due le fasi, più severa e rigorosa nei tagli, nelle forme e nei colori la prima; folle e sconnessa la seconda, dove il punk, con un cuore appuntato al petto, invade la scena. I momenti della marcia vengono scanditi da colonne sonore che hanno l’impegno morale di raccontare l’orrore dei più deboli sulle note del Time Warp del Rocky Horror Show, Tadatadà della Famiglia Addams e Tainted Love di Marilyn Manson.

L’estetica dell’orrendo

Forza e fragilità per un uomo e una donna che sono simili e affini, ma senza bisogno di confondersi: nessun conflitto, anche se l’uomo ha una vita così stretta che sembra averla rubata a lei, insieme alle clutch che porta con forza, nemmeno fossero custodite lì tutte le fragilità che Miuccia Prada racconta. Fluido gemellaggio dove la clutch è di Lui e lo zaino cinge le spalle di Lei.

Giacche doppio petto mostrano busti scoperti; un uomo messo a nudo in tutte le sue debolezze e paure più recondite. Costrizioni iniziali esplodono in morbidezza: una giacca nera, intrappolata nella cintura di una lei dalla vita strettissima, liberata poi nelle sinuose forme di una gonna a balze, bianca e leggera sino al ginocchio

È un caotico matrimonio tra l’estetica del brutto e il ritorno di un malinconico classicismo dove si assiste alla nuova venuta di tagli sartoriali. Ritorna anche l’utilizzo del nylon, materiale industriale che ha caratterizzato la storia e la fortuna di Prada, su giacche multitasche e zaini. Accessori protagonisti: fasce, cinture e bustier in pelle, tutti insieme, a cingere la vita; colbacchi furry e sneakers con maxi-suola creeper in numerose e accese varianti colore; borse e clutch per lui, zaini per lei.

Prada alza il sipario per mostrare un felice caos dove l’horror è incline alla suggestione del sentimento e della fantasia. Fa marciare verso di noi un esercito di fragili eroi quasi a volerci arruolare tutti per la buona causa. Ma alla fine della marcia sembra cadere l’armatura, un po’ come se si lasciasse il posto a linee più leggere, tessuti morbidi, camicie impreziosite da ricami gioiello che liberano i soldati.

Resta però in sospeso una questione: da dove arriva questo esercito di fragili eroi, o forse, dove è diretto?

 

di Camilla Stella

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