Nel 2022 il dancefloor è rigorosamente Green

Un approfondimento su come l’ingresso della Generazione Z ha cambiato il dna della realtà del clubbing

di Rachele Colzi

Cosa hanno in comune il clubbing e la gen Z? 

Il concetto di clubbing è estremamente collegato a quello di subcultura urbana, e lo stesso  concetto di subcultura è collegato a quello di generazione. È il 2022 e la Gen Z occupa i club, fa parte della community locale e viaggia seguendo il ritmo  della musica.

La realtà delle discoteche, dei festival e dei rave per la prima volta non è più sinonimo di  comportamenti estremi, dipendenza e “giri sbagliati”, ha infatti una nuova accezione, una nuova  anima e un nuovo abito. Dopo due anni di pandemia, gli amanti del dancefloor hanno sentito la mancanza delle persone che ballano intorno a loro, delle foto analogiche che partivano in mezzo alla folla e di quelle vibes di cui si nutrivano. 

Cosa è realmente cambiato nel dna dei clubber? 

Ormai fatti in spazi all’aperto in mezzo alle città e non più nella periferia, iniziano nel pomeriggio e  finiscono con la prima alba. Le persone vanno lì per la musica, trovano nuove tracce e seguono i  loro dj preferiti come delle vere e proprie celebrities. Influencer di questa nuova vibe musicale sono portatori di messaggi positivi, basti pensare a Peggy Gou, icona femminile, guru della moda e paladina della sostenibilità, o Simi and Haze, le gemelle che fanno illuminare le sale da ballo di tutto il mondo con le loro tracce musicali e la loro linea di make up completamente vegan. 

Partiamo dal presupposto che non c’è differenza tra il dna dei più grandi festival mondiali e quelli  più piccolini, come per esempio il Polifonic, che si terrà dal 28 al 31 Luglio a Cisternino; un evento totalmente sostenibile: stand di slow food, cannucce e bicchieri riciclati, raccolta differenziata, packaging dei vari merchandising 100% sostenibili. Questo perché un festival dedicato alla generazione Z deve parlare nel suo linguaggio,  nei suoi codici, e rispettare ciò in cui crede. 

Come ci vestiamo a un festival?

Per quanto riguarda gli outfit, la parola d’ordine è fluidità. Proprio come le tracce musicali che fanno muovere le mani verso l’alto, anche gli outfit sono frutto di fusioni stilistiche. Possiamo osservare il trend delle t-shirt con le scritte instagrammabili, che possono essere con un tono di voce estremamente ironico oppure con un approccio di “manifesto”.

Prendendo come esempio un Circoloco o un Pacha, non parliamo più semplicemente di locali, bensì di veri e propri brand con una loro comunità, credibilità, e codici stilistici riconoscibili. Pacha per questa nuova stagione ha realizzato delle t-shirt in collaborazione con un brand 100% sostenibile di Milano, KIDS OF BROKEN FUTURE: semplici, minimali, con stampe accattivanti e in questo caso una piccola overview della storia dell’iconica discoteca.

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