Le relazioni tra Tokyo e Pechino tornano al centro dell’attenzione internazionale, segnate da dichiarazioni dure e movimenti militari mirati. Negli ultimi giorni la crisi si è intensificata dopo le parole della premier giapponese Sanae Takaichi e le reazioni immediate della Cina. Una situazione che rischia di modificare gli equilibri geopolitici dell’Indo-Pacifico, con possibili ricadute economiche globali.
Le parole che hanno fatto esplodere la crisi
La premier giapponese ha definito un’eventuale aggressione cinese a Taiwan come una “minaccia esistenziale” per il Giappone, lasciando intendere che Tokyo potrebbe intervenire militarmente in caso di escalation. Le dichiarazioni hanno provocato una risposta durissima da parte di Pechino, che ha accusato il Giappone di interferire nella sua “questione interna” e di mettere a rischio la stabilità regionale.
La reazione immediata della Cina
Pechino ha emesso un avviso ai cittadini cinesi contro il viaggio in Giappone e ha interrotto una serie di contatti diplomatici di alto livello. Le autorità cinesi hanno inoltre intensificato le operazioni della China Coast Guard nelle acque delle isole contese Senkaku/Diaoyu, segnando un passaggio dalla tensione verbale a un segnale operativo sul campo.
Ripercussioni economiche già visibili
Il primo settore colpito è stato il turismo: le azioni legate ai viaggi, alla ristorazione e al retail giapponese hanno registrato un netto calo, penalizzate dall’assenza del flusso cinese e dall’incertezza generale. Le aziende nipponiche con forte esposizione al mercato cinese osservano con attenzione l’evoluzione della crisi, temendo effetti a catena sulle esportazioni e sulle partnership commerciali.
Un equilibrio regionale sempre più fragile
La tensione tra le due potenze asiatiche si inserisce in un contesto geopolitico in cui Taiwan rappresenta il punto più sensibile dell’intera area. Con gli Stati Uniti legati al Giappone da un’alleanza militare storica, ogni frizione rischia di amplificarsi su scala internazionale. Gli analisti concordano: più la crisi persiste, più aumentano i rischi di incidenti navali, provocazioni e ulteriori irrigidimenti diplomatici.
