Nel silenzio di una separazione e nel fragore di una rinascita, Tre Ciotole di Isabel Coixet diventa un viaggio profondo nel significato dell’essere vivi. Tratto dall’ultimo libro di Michela Murgia, il film, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e in uscita il 9 ottobre con Vision Distribution, intreccia amore, malattia e riscoperta di sé in un racconto che emoziona e spiazza. Un dialogo tra anima e corpo, tra appetito e perdita, tra il bisogno di sentirsi vivi e la paura di smettere di esserlo.
Un amore che si dissolve
Dopo un litigio che sembra banale, Marta (Alba Rohrwacher) e Antonio (Elio Germano) si separano. Lei reagisce chiudendosi al mondo, lui si rifugia nel lavoro di chef emergente. Ma quando Marta scopre che la perdita di appetito è sintomo di una malattia, la vita cambia sapore. Il dolore si trasforma in consapevolezza, e l’amore perduto diventa un eco costante nella ricerca del senso della vita. Tre Ciotole è un film che guarda dentro le fragilità, raccontando la resilienza e la dignità di chi, anche nel dolore, continua a scegliere la vita.
L’intimità secondo Isabel Coixet
Per la regista spagnola, già autrice di La mia vita senza me e La vita segreta delle parole, Tre Ciotole è un ritorno ai temi più cari: la vulnerabilità, il coraggio e la capacità di resistere. “Voglio che il pubblico esca dal film pensando che il momento per vivere è adesso”, afferma la Coixet. Il cibo diventa simbolo del tempo che scorre, la musica una colonna sonora interiore che accompagna i personaggi. L’incontro con la scrittura di Michela Murgia diventa un ponte tra due mondi: la sensibilità poetica italiana e la visione cinematografica internazionale della regista catalana.
Alba Rohrwacher e la forza silenziosa di Marta
Al centro del film, una protagonista che attraversa dolore e rinascita. Rohrwacher interpreta Marta come un “animale ferito” che ritrova la luce attraverso la fragilità. “La malattia diventa possibilità di cambiamento, racconta l’attrice, o forse semplice accettazione di ciò che si è”. Al suo fianco, un Elio Germano intenso e concreto, che porta in scena un uomo diviso tra ambizione e rimorso. Tra i due nasce un legame di verità: una tensione che parla di distanza, di ricerca, di silenzi pieni di significato.
Un film che celebra Michela Murgia
Prodotto da Cattleya, Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm e Vision Distribution, Tre Ciotole è anche un omaggio all’eredità umana e letteraria di Michela Murgia. Nei personaggi, nelle loro contraddizioni e nei loro gesti quotidiani, riaffiora la voce autentica della scrittrice: quella che sapeva trovare la bellezza nell’imperfezione. È un film che non spiega, ma accompagna; non consola, ma illumina. Un invito a riempire le proprie “tre ciotole” con ciò che conta davvero: amore, verità, presenza.
