Pellizza da Volpedo: Milano celebra il maestro del Quarto Stato

Un viaggio tra arte, vita e impegno civile nell’universo di Giuseppe Pellizza da Volpedo.

a cura della Redazione

Dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026, la Galleria d’Arte Moderna di Milano apre le sue sale a una mostra monografica di rara intensità: “Pellizza da Volpedo. I capolavori”, un percorso che riporta al centro della scena uno degli artisti più emblematici della pittura italiana tra Ottocento e Novecento, a più di un secolo dall’ultima grande esposizione a lui dedicata.

Un ritorno atteso da oltre un secolo

La rassegna, curata da Aurora Scotti e Paola Zatti e realizzata in collaborazione con METS Percorsi d’Arte, nasce con l’intento di colmare un vuoto nella storia espositiva di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Dopo la storica mostra del 1920 alla Galleria Pesaro, Milano torna ad accendere i riflettori su un maestro che ha saputo raccontare il suo tempo intrecciando poesia, realismo e impegno civile. Il cuore pulsante dell’allestimento è il Quarto Stato, tornato nel 2022 dalla sede del Museo del Novecento alle sale della GAM, accompagnato da prestiti preziosi provenienti da collezioni pubbliche e private.

Dalla formazione al Divisionismo

Il percorso ripercorre la crescita artistica di Pellizza, nato nel 1868 a Volpedo, in provincia di Alessandria. La sua formazione fu segnata da tappe illustri: dall’Accademia di Brera a Milano a quella di San Luca a Roma, passando per Firenze accanto a Giovanni Fattori e per Bergamo sotto la guida del ritrattista Cesare Tallone, fino alla Ligustica di Genova dove rincontrò Plinio Nomellini. Esperienze che hanno dato forma a un linguaggio pittorico in continua evoluzione, culminato nel Divisionismo, tecnica che lo rese uno dei protagonisti dell’avanguardia italiana.

Arte, vita e tragedia

Gli anni tra il 1891 e il 1892 furono cruciali: Pellizza sperimentò per la prima volta il Divisionismo, partecipò alla Triennale di Brera e iniziò il lungo percorso creativo che lo avrebbe condotto al capolavoro corale del Quarto Stato, passando per i lavori preparatori come Ambasciatori della fame e Fiumana. Ma la sua parabola artistica fu anche segnata dal dolore: la morte prematura della moglie Teresa Bidone nel 1907, in seguito a un parto, lo spinse a togliersi la vita, interrompendo bruscamente una carriera di straordinaria forza.

Un maestro tra realismo e simbolismo

La mostra milanese restituisce al pubblico non solo l’immagine dell’artista del Quarto Stato, ma anche quella di un pittore capace di fondere la dimensione privata e quella collettiva, l’intimità rurale e il fermento sociale. Attraverso il suo sguardo, Pellizza da Volpedo ha saputo dare voce al popolo e al contempo elevare la quotidianità a mito universale, collocandosi tra i grandi maestri della modernità italiana.

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