Una mostra che trasforma il Trentino in un racconto visivo contemporaneo. Cinque fotografi internazionali reinterpretano un territorio oltre ogni stereotipo. Un viaggio che unisce paesaggio, identità, memoria e sguardi globali.
Un progetto che evolve e sorprende
Dal 22 novembre 2025 al 6 gennaio 2026, il MUDEC Photo accoglie Trentino Unexpected, la nuova tappa del progetto a cura di Denis Curti, che porta a Milano oltre ottanta immagini firmate da Simone Bramante, Gabriele Micalizzi, Roselena Ramistella, Massimo Sestini e Newsha Tavakolian. Dopo l’esordio al Mart di Rovereto, l’esposizione approda in un contesto urbano e multiculturale, offrendo una lettura rinnovata del rapporto tra fotografia e territorio.
Una narrazione corale di un territorio complesso
Il percorso espositivo nasce dall’omonimo volume edito da Gribaudo e si sviluppa attraverso linguaggi diversi: fotografia artistica, reportage, fotogiornalismo. Dalle montagne ai ghiacciai, dai vigneti ai volti delle comunità locali, la mostra compone un mosaico ricco e stratificato che restituisce l’autenticità del Trentino. Un racconto che rifugge la logica della cartolina e punta invece sulla complessità di un territorio vivo, fatto di radici, trasformazioni e identità plurali.
Cinque sezioni per cinque modi di guardare
Il percorso è articolato in cinque nuclei tematici: Confini, dedicato alle zone di passaggio; Verticalità, che celebra la dimensione sublime delle montagne; Autenticità, che accoglie storie di quotidianità e scelte consapevoli; Cura, incentrata sul legame tra individuo e comunità; e Impronta, che racconta l’eredità materiale e immateriale tramandata nel tempo. Un impianto curatoriale che guida il visitatore in un viaggio emotivo e concettuale.
Milano come lente di nuova interpretazione
La tappa milanese amplifica il dialogo tra paesaggio e città, tra territori alpini e metropoli creativa. L’allestimento firmato da Denis Curti valorizza il ritmo visivo del progetto, includendo anche materiali di backstage che mostrano il lavoro dei fotografi sul campo. Il risultato è un ponte tra culture, un racconto che usa la fotografia come strumento universale di scambio e scoperta.
