Quadri, il sogno veneziano che respira di nuovo

Sedersi al Quadri significa intraprendere un viaggio gastronomico che parte dalla laguna per arrivare lontano. La cucina non è mai chiusa in se stessa: guarda alla tradizione, la smonta e la ricostruisce con leggerezza e poesia

a cura della Redazione

Ci sono luoghi che non si visitano soltanto: si vivono, si respirano, si ricordano. Il Ristorante Quadri è uno di questi. Un salotto sospeso sopra Piazza San Marco che, dopo quasi due secoli di storia, continua a reinventarsi senza mai tradire la sua anima.

Nel 2018 i fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo hanno deciso di restituirgli nuova vita affidando il restauro a Philippe Starck e ai maestri artigiani della città lagunare. Non un semplice intervento di design, ma un viaggio visionario: lampadari in vetro di Murano che dialogano con installazioni luminose contemporanee, tessuti nobili che diventano scenografie ironiche, creature fantastiche appese alle porte come se il ristorante fosse un teatro surreale. Persino l’acqua alta, inevitabile protagonista veneziana, entra in scena: i tavoli in ottone sono destinati a ossidarsi negli anni, segnando le maree come un diario segreto.

Dal Gran Caffè alla stella Michelin

Il Quadri nasce nel 1830 come caffè elegante e nel 1844 si espande al piano superiore, un tempo dimora dei Procuratori della Serenissima. Da allora si è sempre distinto come punto d’incontro raffinato, ma è con l’arrivo della famiglia Alajmo, nel 2011, che la sua storia cambia passo: un anno dopo arriva la stella Michelin, preludio a una nuova epoca in cui l’innovazione diventa parola chiave.

Una brigata giovane, una sala che sorride

La cucina è affidata a Silvio Giavedoni e Sergio Preziosa, cuochi che interpretano le idee di Max Alajmo con mano sicura e fantasia. In sala, il giovane Giovanni Alajmo coordina un team cosmopolita in cui spiccano l’esperienza veneziana di Stefano Munari, l’eleganza di Marco Cicchelli e il sorriso competente della sommelier Rebecca Irolsini.

I piatti: Venezia nel piatto (e oltre)

Sedersi al Quadri significa intraprendere un viaggio gastronomico che parte dalla laguna per arrivare lontano. La cucina non è mai chiusa in se stessa: guarda alla tradizione, la smonta e la ricostruisce con leggerezza e poesia.

Tra i piatti più sorprendenti: i tortelli ripieni di granchio con stracciatella e tartufo bianco, l’astice impanato ma lasciato crudo, i mezzi paccheri al pesce crudo e pistacchio, fino al divertente menù degustazione “Quattro Atti”, che porta in tavola contemporaneamente piccole porzioni, proprio come accadeva nei sontuosi banchetti dei Dogi.

Il simbolo? Il celebre Cappuccino di Laguna, un piatto che gioca con le forme e i ricordi, regalando al palato un colpo di teatro.

Una cantina che è una biblioteca del vino

Oltre 1000 etichette raccontano l’Italia e il mondo, con un occhio di riguardo ai piccoli produttori e un’apertura ai grandi classici internazionali. Memorabile la collaborazione con Josko Gravner, che ha portato alla creazione di un bicchiere da litro e mezzo, pensato per esaltare al meglio i suoi vini arancioni.

Il rituale perfetto

L’esperienza ideale comincia al Gran Caffè Quadri, con un Gin Martini e qualche cicchetto gourmet, per poi salire al piano nobile quando il crepuscolo cala su Piazza San Marco. Lì, tra broccati reinterpretati, lampadari scintillanti e dettagli ironici, tutto diventa magia.

E se l’acqua alta dovesse sorprendervi? Nessun problema: il Quadri vi fornisce stivali galanti, trasformando l’imprevisto in una parentesi da ricordare con un sorriso.

Il Quadri non è semplicemente un ristorante stellato. È un omaggio vivente a Venezia, un intreccio di storia, arte e cucina che riesce ogni volta a stupire come fosse la prima.

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