Tutta colpa del Rock: la commedia che trasforma il carcere in un palco e la musica in libertà

Al centro della storia c’è Bruno (Lillo), ex chitarrista in rovina, bugiardo cronico e padre assente, che dopo una serie di colpi bassi finisce in carcere

a cura della Redazione

Il rock non è mai solo musica. È ribellione, identità, fuga e rinascita. Ed è proprio questa l’anima di Tutta colpa del Rock, la nuova commedia diretta da Andrea Jublin con protagonista Lillo Petrolo; un film che unisce ironia e tenerezza, risate e riflessione, ritmo e sentimento.

Al centro della storia c’è Bruno (Lillo), ex chitarrista in rovina, bugiardo cronico e padre assente, che dopo una serie di colpi bassi finisce in carcere. Sembra il fondo, ma dietro le sbarre nasce per lui una chance inaspettata: mettere in piedi una band di detenuti per partecipare al Roma Rock Contest e mantenere una promessa fatta alla figlia Tina, portarla in America per un leggendario “Rock Tour”.

Intorno a Bruno prende forma un gruppo tanto improbabile quanto irresistibile:

  • Roberto (Maurizio Lastrico), il coinquilino di cella, padre affettuoso e cuore del gruppo;
  • Osso (Massimo Cagnina), gigante burbero ma fragile, capace di commuovere quando intona Il cielo in una stanza;
  • Il Professore (Elio), intellettuale schivo, che fuori dalla prigione non ha nessuno ad attenderlo;
  • Eva, batterista esplosiva, dolce e furiosa insieme;
  • K-Bone (Naska), ex trapper che trasforma le barre di cella in barre rap, e diventa l’anima lirica e ribelle della band.

Naska, il debutto che brucia

Tra i protagonisti spicca proprio Naska (Diego Caterbetti), classe ’97, astro della nuova scena punk-rock italiana. Ironico, provocatorio e autentico, Naska porta sullo schermo tutta l’energia dei suoi live e la vulnerabilità dei suoi testi. In Tutta colpa del Rock debutta come attore, ma soprattutto come musicista dentro la musica del film: interpreta un brano originale scritto insieme ai Cor Veleno, a Danno e a Motta, una collaborazione inedita che mescola rap, rock e scrittura viscerale. Il risultato? Un pezzo che vibra di libertà, rabbia e speranza, proprio come il film.

La visione del regista

Andrea Jublin, già candidato all’Oscar per Il Supplente, firma una commedia dal respiro classico, ma capace di sfuggire ai cliché. «Abbiamo cercato il vero e l’umano, non il grottesco né la redenzione facile», racconta. Così, anche nelle scene più comiche, emergono la solitudine, i fallimenti e quella voglia universale di libertà che rende i personaggi indimenticabili.

La musica, vera protagonista

Se il carcere è lo scenario, è la musica il motore del film. Non semplice colonna sonora, ma forza trainante. La supervisione musicale è firmata da Motta, che firma anche le musiche originali. La sua impronta rock, viscerale e intensa, dà coerenza e anima a tutta la narrazione. La presenza di veri musicisti come Elio e Naska, e la passione musicale di Lillo, rendono la band credibile, esplosiva e viva.

Le produzioni: un nuovo sguardo sul cinema

Dietro il progetto ci sono due realtà in forte ascesa.
PiperFilm, guidata da Massimiliano Orfei, nasce come media company indipendente con l’obiettivo di portare un modello di distribuzione “tailor made”, cucito su misura su ogni film, in collaborazione con partner d’eccezione come Warner Bros. e Netflix.

Accanto a PiperFilm, Be Water Film di Mattia Guerra, società che produce e distribuisce cinema e serie capaci di raccontare il presente con freschezza e rilevanza, già autrice di successi come Cortina Express e del documentario cult Il segreto di Liberato.

Un film che è più di un film

Tutta colpa del Rock non è solo una commedia musicale. È un viaggio dentro l’umanità fragile e imperfetta, che attraverso la musica trova riscatto e identità. È un omaggio al rock come simbolo eterno di libertà, un film che fa ridere, commuovere e battere il piede a tempo.

Perché, come in ogni grande concerto, ciò che resta non è solo la melodia: è l’energia condivisa, quel brivido che ti ricorda che, nonostante tutto, la vita ha sempre un bis da concedere.

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