In un’Italia cinematografica che raramente prende sul serio il pubblico giovane, “Incanto” arriva come una boccata d’aria nuova. Una favola dark ambientata tra mura decadenti, circhi itineranti e verità nascoste, che coniuga mistero, magia e dolore in un racconto destinato ai ragazzi, ma capace di parlare a tutti.
Una villa, una bambina silenziosa, e una fuga verso la luce
Margot ha solo tre anni quando perde il padre, Ludovico, morto senza ricevere soccorso da Felicia, la sua governante. Quest’ultima spera di ereditarne la villa, ma il testamento parla chiaro: solo Margot, figlia legittima, potrà firmare l’eventuale cessione della proprietà. C’è solo un problema: il documento è scomparso. Così Felicia rinchiude Margot nella sua stanza per sette lunghi anni, trasformando la casa in un orfanotrofio, gestito insieme al suo compagno Max.
Margot, muta, cresce isolata ma non sola: accanto a lei c’è Daniel, che ogni giorno le insegna parole nuove. È il linguaggio che salva, è la parola che libera: a dieci anni Margot riesce a scappare e trova rifugio nel magico circo Balloon, dove si riaccende la sua voglia di vivere.
Un cast che sorprende e una messa in scena da film internazionale
Diretto da Pier Paolo Paganelli, scritto insieme a Jacopo del Giudice e Davide Rossetti, “Incanto” conquista per il suo tono fiabesco ma mai ingenuo. Il film è ambizioso, tecnicamente curatissimo – dalla fotografia di Martina Cocco alle scenografie di Federico Costantini, fino ai costumi firmati Nicoletta Taranta – e sorretto da un cast in gran forma.
Tra tutti spicca una Vittoria Puccini inedita, perfetta nel ruolo della crudele Felicia, lontana anni luce dai suoi personaggi abituali. Giorgio Panariello, nei panni del direttore del circo, dosa bene ironia e misura, mentre Mia Benedetta dà corpo all’unica figura materna positiva, la funambola Stella. Interessante anche la scelta di assegnare i due ruoli maschili opposti – Daniel e Spoletta – a due attori fisicamente simili, suggerendo un sottile gioco di specchi. E il cammeo della bambola meccanica Dolly (una magnetica Adriana Papana) è una piccola gemma.
