Un racconto che intreccia identità spezzate e verità nascoste, dove il confine tra giusto e sbagliato si fa labile. Fantasma in guerra, diretto da Agustín Díaz Yanes, riporta in scena una Spagna attraversata dal terrore dell’ETA, raccontando la doppia vita di Amaia, una giovane donna costretta a rinunciare a sé stessa per salvare gli altri. Un film che fonde dramma umano e tensione politica, svelando la fragilità di chi lotta contro il male dall’interno e la solitudine di chi non può mai rivelare la propria verità.
Una missione segreta nel cuore del terrore
Negli anni ’90, Amaia viene infiltrata come agente della Guardia Civile tra le file dell’ETA, nel periodo più violento e oscuro della storia democratica spagnola. Per oltre dieci anni vive sotto copertura, fingendo di appartenere a chi in realtà combatte. Ogni gesto, ogni parola, può tradirla: un’esistenza costruita sul filo del rasoio, tra paura, dovere e sopravvivenza. Nelle sue giornate si alternano momenti di apparente normalità e tensione estrema, in una lotta continua contro se stessa e contro il tempo.
Identità rubate e vite distrutte
Il film segue la progressiva dissoluzione dell’identità di Amaia, intrappolata in un mondo di segreti, menzogne e sensi di colpa. Mentre cerca di sventare nuovi attentati e scoprire i nascondigli d’armi, deve affrontare relazioni impossibili e la perdita della propria umanità. La sua doppia vita la consuma, fino a renderla un fantasma in bilico tra due realtà inconciliabili. La narrazione si intreccia con eventi storici reali, dagli omicidi di Gregorio Ordóñez e Miguel Ángel Blanco fino all’Operazione Santuario del 2004, che segnerà l’inizio della fine per la banda armata.
Tra realtà e finzione, il volto del sacrificio
Agustín Díaz Yanes unisce verità e immaginazione con rigore e sensibilità, restituendo la tensione di un’epoca in cui la lotta al terrorismo era anche un conflitto interiore. Fantasma in guerra diventa così una riflessione sul prezzo della lealtà, sulla forza di chi ha scelto di combattere il male dall’interno, consapevole di poter perdere tutto, anche se stesso. L’autore intreccia storie vere di agenti infiltrati, fondendole in un unico personaggio femminile che diventa simbolo di sacrificio, silenzio e resilienza.
Una protagonista che incarna la forza femminile
Susana Abaitua interpreta Amaia con una potenza rara, regalando un ritratto sfaccettato, autentico e intenso. Nei suoi sguardi si legge il peso della paura e la fermezza del coraggio. Accanto a lei, Raúl Arévalo, Ariadna Gil, Andrés Gertrúdix, Iraia Elias e Antón Soto costruiscono un universo emotivo denso di dolore, verità e resistenza. Il risultato è un film di grande impatto umano, che trasforma la cronaca in una storia universale sul prezzo della libertà e della giustizia.
