Scheggia d’oro a Milano: il nuovo romanzo di Pietro Santetti

Un romanzo che illumina fragilità, desiderio e disillusioni di una generazione in cerca d’oro.

a cura della Redazione

Milano, città di contrasti e seduzioni, diventa protagonista silenziosa del nuovo romanzo di Pietro Santetti, Scheggia d’oro a Milano (Mondadori, 23 settembre 2025), un racconto intenso e fragile che si muove tra sogni infranti, desiderio di bellezza e disillusioni generazionali, dando voce a chi cerca di sopravvivere alle luci e alle ombre della metropoli contemporanea.

Una generazione in cerca di senso

Il libro segue la parabola di Seba, venticinquenne originario della Sardegna, trapiantato in un mondo urbano che lo attrae e al tempo stesso lo divora. È un ragazzo che si definisce “dipendente dalla bellezza”, un’anima in conflitto con se stessa, sospesa tra passività e ribellione, tra eccessi e vulnerabilità. La sua figura diventa lo specchio delle promesse mancate di un’intera generazione, che insegue sogni sfavillanti per poi trovarsi a fare i conti con la precarietà delle proprie certezze.

Milano come specchio delle contraddizioni

La città non è solo sfondo, ma protagonista: una Milano opulenta e crudele, capace di attrarre con i suoi riflessi dorati ma pronta a rivelare crepe profonde. Santetti tratteggia un ambiente dove i lampi delle passerelle e delle notti metropolitane convivono con la solitudine e il vuoto esistenziale, trasformando la città in un personaggio vivo, specchio delle fragilità dei protagonisti.

Una confessione in forma di romanzo

La narrazione assume il tono di una lunga confessione notturna, dove il narratore ricostruisce, ascolta e riporta le parole di Seba. In questo dialogo emergono i frammenti di una vita segnata da viaggi, esperienze psichedeliche, relazioni complicate e cadute dolorose. Ogni episodio sembra scalfire l’immagine del protagonista, ma allo stesso tempo far brillare quella “scheggia d’oro” che resta intatta, il nucleo luminoso che resiste alle macerie.

Un racconto di fragilità e bellezza

Con uno stile denso, poetico e tagliente, Santetti firma un romanzo breve ma intensissimo, in cui la ricerca della verità interiore si intreccia alla riflessione sul destino collettivo di una generazione. Scheggia d’oro a Milano non è solo il ritratto di Seba, ma la rappresentazione di un’intera epoca che si muove tra luci artificiali e promesse spezzate, ricordando al lettore che, anche nel buio più fitto, resta sempre un frammento di luce da custodire.

Lascia un commento

Your email address will not be published.