Igor Sibaldi racconta “La guerra è finita”

Igor Sibaldi racconta un dopoguerra d’anima e memoria in “La guerra è finita”.

a cura della Redazione

Con La guerra è finita. Nil a Parigi, pubblicato da Mondadori, Igor Sibaldi firma un romanzo intenso e raffinato ambientato nel giugno del 1945. Tra intrighi, redenzione e amori perduti, la storia di Nil Kantorovic diventa un viaggio nella memoria e nell’anima, dove la pace esterna non coincide con quella interiore.

Il ritorno alla vita dopo l’orrore

Nil Kantorovic è un profugo russo che arriva a Parigi subito dopo la fine del conflitto mondiale. Ha attraversato i bassifondi di Mosca, il controspionaggio sovietico e perfino la collaborazione con i nazisti. Quando la guerra sembra finita, Nil sogna solo di ritrovare Vera, la donna che ama e non vede da quindici anni. Il suo arrivo nella città liberata è l’inizio di una rinascita fragile e tormentata.

Parigi, crocevia di anime e segreti

La capitale francese si trasforma nel vero personaggio del romanzo: un luogo sospeso tra macerie e speranza, popolato da emigrati, filosofi, ex-zaristi e nazisti in fuga. In questo scenario, Nil si trova immerso in doppi giochi, amori e menzogne. Ogni incontro diventa un frammento di storia e ogni scelta, un riflesso del conflitto interiore che ancora lo abita.

Un romanzo sulla redenzione

Sibaldi racconta la ricerca della libertà e della verità con uno sguardo che unisce spiritualità e psicologia. “La guerra è finita” diventa una frase ambigua, quasi un’illusione: perché la pace, per Nil, è una conquista che richiede coraggio e perdono. Il romanzo esplora il peso delle colpe e la possibilità di una rinascita personale dopo la distruzione.

La firma di Igor Sibaldi

Con la sua consueta profondità, Sibaldi intreccia filosofia, emozione e storia, offrendo un racconto che parla al presente pur restando ancorato al passato. La guerra è finita non è solo un romanzo storico, ma una meditazione sulla natura dell’uomo, sull’amore che resiste e sulla possibilità di ricominciare anche quando tutto sembra perduto.

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