Ci sono amori che iniziano come promesse di salvezza e finiscono per diventare gabbie invisibili: è da questa consapevolezza che nasce Come fossi una bambola, il nuovo libro di Francesca Fialdini scritto insieme allo psicoterapeuta Massimo Giusti, edito da Mondadori, un viaggio tra le ombre della dipendenza affettiva e la rinascita di chi ha trovato il coraggio di spezzare i fili che lo tenevano prigioniero.
La fragilità che si chiama amore
Attraverso storie vere, il libro esplora il lato più fragile delle relazioni: quando il bisogno d’amore si trasforma in sottomissione, quando si confonde la dedizione con la perdita di sé. Fialdini e Giusti raccontano le dinamiche di chi si ritrova intrappolato in rapporti sbilanciati, dove l’amore diventa un riflesso di paura, dipendenza e controllo.
Un racconto che unisce empatia e psicologia
Il tono è diretto, empatico, capace di fondere la narrazione giornalistica con la competenza clinica. La voce di Fialdini guida il lettore dentro le testimonianze con delicatezza, mentre l’analisi di Giusti offre una chiave per comprendere e riconoscere le dinamiche tossiche. Il risultato è un testo che non giudica, ma accompagna verso la consapevolezza.
Dalla sofferenza alla rinascita
Ogni testimonianza è una storia di riscatto: donne e uomini che hanno imparato a riconoscere i segnali della dipendenza, a ricostruire la propria identità, a tornare a respirare. Come fossi una bambola non è solo un libro, ma un atto di fiducia nella possibilità di guarire dalle ferite emotive.
La voce di una generazione consapevole
Con uno stile limpido e sincero, Francesca Fialdini firma un’opera che parla a una generazione sempre più attenta al benessere emotivo, ma ancora incapace di distinguere amore da bisogno. Un invito a smettere di essere “bambole manovrate” e a riscoprire il coraggio di scegliersi ogni giorno.
