Anna Banti e l’eternità negata: torna Le donne muoiono

Una nuova edizione per una delle opere più potenti della scrittrice fiorentina, che intreccia destini femminili e riflessioni sull’arte, la memoria e la libertà

a cura della Redazione

Con Le donne muoiono, raccolta di racconti pubblicata per la prima volta nel 1951 e vincitrice del Premio Viareggio nel 1952, Anna Banti ci consegna un libro che rimane straordinariamente attuale. Nei suoi testi, composti tra il 1936 e il 1950, la scrittrice esplora i nodi irrisolti della condizione femminile: solitudine, ribellione alle convenzioni sociali, ricerca di spazi di libertà, tensione verso l’arte come unica forma di immortalità.

I destini delle donne

Ogni racconto apre uno scenario in cui le protagoniste, pur appartenendo a epoche e contesti diversi, si ritrovano accomunate da un destino di resistenza e incompiutezza.

  • In Conosco una famiglia le mura di una «trista casa» borghese ai primi del Novecento trattengono rituali, rancori e ambizioni femminili soffocate.
  • In I porci Lucilio e Priscilla fuggono dalla Roma saccheggiata dai Vandali per reinventare un futuro, tra paure e speranze.
  • In Le donne muoiono ci si proietta nel XXVII secolo: le donne non hanno più il dono della memoria, e solo l’arte può offrir loro una forma di eternità.
  • Nel celebre Lavinia fuggita, ambientato nella Venezia del Settecento, una giovane orfanella dell’Istituto della Pietà si distingue per il suo talento musicale, rivelando la forza della vocazione artistica femminile.

Una riflessione che parla al presente

Come osserva Giuliana Misserville, questa raccolta interroga il nostro tempo: che cosa succede quando a una donna viene negato il diritto di creare? La questione sollevata da Banti non è confinata al passato: l’idea che l’arte e la cultura appartengano soprattutto agli uomini continua a essere un retaggio difficile da scardinare. Non a caso, Gianfranco Contini scrisse che queste pagine possono essere accostate solo a quelle più alte di Virginia Woolf.

Il “Cantiere Banti”

Questa nuova edizione di Le donne muoiono rientra nel progetto editoriale del “Cantiere Banti”, curato da Daniela Brogi per gli Oscar Mondadori, che punta a restituire al pubblico l’opera della scrittrice in edizioni filologicamente aggiornate e arricchite da nuove prospettive critiche. Dopo Artemisia (2023), La camicia bruciata (2024), Le mosche d’oro (2024) e Il coraggio delle donne (2025), Le donne muoiono rappresenta la quinta tappa di un percorso che rimette al centro una delle autrici più raffinate e coraggiose del Novecento italiano.

Una voce da riscoprire

Anna Banti – pseudonimo di Lucia Lopresti (Firenze, 1895 – Massa, 1985) – non fu soltanto romanziera e narratrice, ma anche storica dell’arte, traduttrice, intellettuale a tutto tondo. Fondatrice della rivista “Paragone” insieme al marito, il grande critico d’arte Roberto Longhi, attraversò la cultura italiana con opere di grande respiro, come Artemisia (1947), Noi credevamo (1967) e Un grido lacerante (1981). La sua scrittura, capace di unire rigore e sensibilità, oggi torna a parlarci con urgenza, ricordandoci che l’arte è un atto di libertà e che la libertà non può avere genere.

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