Metamorfosi: il Palazzo Te come opera d’arte totale

Un libro che trasforma Palazzo Te in un racconto totale tra arte, mito e visione.

a cura della Redazione

Un viaggio tra mito, pittura e meraviglia, dove il genio di Giulio Romano si intreccia alle Metamorfosi di Ovidio in un racconto che trasforma Palazzo Te in un’esperienza visiva e simbolica assoluta: il nuovo volume di Claudia Cieri Via, edito da Tre Lune, restituisce la potenza di un linguaggio che unisce arte, mito e conoscenza in un’unica, straordinaria narrazione.

Un libro che rivela la magia di Palazzo Te

Con Metamorfosi. Palazzo Te come opera d’arte totale, la storica dell’arte Claudia Cieri Via invita il lettore a scoprire il capolavoro mantovano in una nuova prospettiva. Il poema di Ovidio diventa chiave di lettura e guida poetica, mentre gli affreschi di Giulio Romano svelano la loro dimensione mitologica e visionaria, tra metamorfosi, simboli e invenzioni sorprendenti.

L’introduzione di Stefano Baia Curioni

Il volume si apre con un saggio introduttivo di Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te, che contestualizza il progetto nel dialogo fra arte e politiche culturali contemporanee. Un contributo che illumina l’opera come strumento di conoscenza e come luogo in cui estetica e identità si fondono.

Un racconto tra immagini e interpretazioni

Illustrato con oltre cento immagini a colori di Gian Maria Pontiroli, il libro intreccia la narrazione visiva con l’analisi iconologica, confrontando i miti rappresentati da Giulio Romano con i modelli letterari e artistici del Cinquecento. Il risultato è un percorso colto e accessibile, che trasforma ogni sala del palazzo in una pagina viva di poesia e arte.

Un’opera per capire il senso profondo del mito

Attraverso la voce autorevole di Cieri Via, Metamorfosi diventa un viaggio nell’immaginario rinascimentale e nel pensiero simbolico che lo anima. Palazzo Te emerge così non solo come luogo fisico, ma come “opera d’arte totale”, sintesi perfetta di invenzione, memoria e visione, capace ancora oggi di parlare al nostro tempo.

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