Dal 25 settembre 2025 all’8 febbraio 2026, il MUDEC di Milano accoglie la mostra M.C. Escher. Tra arte e scienza, un appuntamento che segna il ritorno in Italia, dopo dieci anni, di uno degli artisti più visionari del Novecento. L’esposizione, realizzata con il Kunstmuseum Den Haag, raccoglie 90 opere e oltre 40 manufatti islamici a confronto, offrendo al pubblico un viaggio completo nel mondo di Escher, tra illusioni ottiche, geometrie impossibili e un linguaggio grafico che ha saputo unire immaginazione e logica come nessun altro.
Illusioni che sfidano la percezione
Le architetture impossibili e i paradossi visivi che hanno reso celebre Escher non sono semplici esercizi di stile, ma veri strumenti di riflessione. Opere come Giorno e notte e Cavalieri mostrano il suo talento nel trasformare concetti matematici in esperienze estetiche che mettono in discussione il nostro modo di guardare il mondo. In mostra non ci sono solo i suoi capolavori più celebri, ma anche disegni, appunti e studi preparatori che svelano il dietro le quinte di una mente capace di coniugare rigore e meraviglia.
Il fascino dell’arte islamica
Fondamentale nel percorso creativo dell’artista è stato l’incontro con l’arte islamica, vissuto nei viaggi in Spagna. Le geometrie dell’Alhambra e della Mezquita gli fornirono schemi che trasformò in universi animati, popolati da figure che si rincorrono senza fine. Al MUDEC questo dialogo viene reso evidente grazie all’accostamento diretto tra opere di Escher e manufatti islamici originali, dimostrando come le sue tassellazioni abbiano radici antiche e, al tempo stesso, una forza innovativa che ha superato i confini culturali.
Viaggi, paesaggi e metamorfosi
Accanto alla dimensione matematica e scientifica, la mostra racconta anche un Escher viaggiatore e osservatore della realtà. Durante i suoi soggiorni in Italia tra gli anni Venti e Trenta, realizzò paesaggi e vedute che rivelano uno sguardo già orientato alla simmetria e alla composizione. Da questi lavori nasce l’evoluzione verso le celebri metamorfosi: opere come Metamorfosi I e Metamorfosi II trasformano città reali, come Atrani, in figure geometriche e animali che si fondono in cicli continui. Una dimostrazione di come Escher fosse capace di unire osservazione, immaginazione e astrazione in un unico racconto visivo.
Un percorso immersivo e interattivo
Il MUDEC ha scelto di arricchire la mostra con un forte impianto multimediale. Lungo le otto sezioni tematiche, video e installazioni spiegano in modo chiaro le regole delle tassellazioni e i principi matematici che stanno dietro alle opere. Il culmine del percorso è una suggestiva infinity room, uno spazio immersivo in cui le geometrie iperboliche di Escher vengono proiettate in un caleidoscopio di luci e specchi. Qui il visitatore non si limita a osservare, ma si ritrova avvolto dall’universo visivo dell’artista, vivendo in prima persona quella sensazione di infinito che ha reso unico il suo linguaggio.
