Tory Burch SS26: colore, sperimentazione e ottimismo in passerella

Tory Burch SS26 celebra speranza ed energia: texture vissute, proporzioni sorprendenti, femminilità autentica e rinascita creativa.

a cura della Redazione

Quando le luci si sono accese al NYFW Spring/Summer 2026, Tory Burch ha voluto che la moda parlasse di speranza: il 15 settembre a Brooklyn, in un iconico edificio d’epoca trasformato per l’occasione, la stilista ha presentato una collezione che respira energia, felicità e un’eleganza mai banale, mescolando dettagli familiari con sperimentazione tessile, colore vivo e proporzioni che giocano con l’equilibrio tra classico e irriverente.

Un’energia che nasce dal tessuto

In quel palco sospeso tra antico e moderno, le texture sono state protagoniste quasi quanto le silhouette. Cardigan lievemente sfilacciati, maglie leggere che sembrano aver vissuto una vita prima ancora di essere indossate, bordi frangiati cuciti con cura, pieghe che si aprono come libri di stoffa. Tutto costruito per evocare familiarità: capi che sembrano avere una storia, che si portano dietro il vissuto, ma che allo stesso tempo suonano nuovi, freschi, desiderabili. I colori non sono incidentali: tocchi di giallo vivace, rosa acceso, blu limpido contrastano con neutri più misurati, per costruire un orchestra visiva che celebra la gioia anche nei tempi difficili.

Proporzioni che sorprendono

Tory Burch ha giocato con le regole: giacche dal taglio classico ma schienali allungati, pieghe profonde che si aprono nei movimenti del corpo, pantaloni balloon che incontrano linee più essenziali, gonne che salgono su fianchi asimmetrici. C’è un dialogo costante tra vestibilità rigorosa e libertà di forma: il rigore del colletto, la struttura dei blazer si accordano con cadute morbide e orli che trapelano movimento. Non si tratta solo di estetica, ma di modo di vedere: come se il corpo potesse scegliere, evolvere, rendendo ogni capo capace di adattarsi al gesto, al passo, al momento.

Femminilità, carattere, autenticità

Questa volta, Tory non osa per il gusto del rischio, ma osa perché sente che il mondo lo chiede. La femminilità qui non è decorativa ma forte: ogni cardigan, ogni blazer, ogni gonna parla di donne che vogliono vestire bellezza senza rinunciare al comfort, che vogliono dettagli ma anche praticità. E le imperfezioni studiate, un collo che si piega, una cucitura che non è perfetta, l’effetto consumato volutamente, non sono sbagli, ma dichiarazioni: di autenticità, di identità. È come se dicesse: “prenditi cura di te, ma sii reale”.

Tory Burch oggi: rinascita creativa e radici solide

Il brand non è più solo il nome dietro al logo “T”, le ballerine Reva, le borse iconiche: è entrato in una fase che molti hanno già definito Toryssance. Dal 2019, quando Tory ha lasciato il ruolo operativo di CEO per concentrarsi esclusivamente sul design, con il marito Pierre-Yves Roussel alla guida gestionale, è scattato un rinnovamento che non sacrifica la storia ma la rigenera. La fondazione per l’empowerment femminile, le attività internazionali, il dialogo con clienti giovani e con diverse sensibilità culturali: tutto questo fa parte di un percorso che non è solo fashion, ma impegno, identità, visione.

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