La nuova collezione Spring/Summer 2026 di MCM, presentata durante la Milano Fashion Week, è stata un viaggio estetico e concettuale che ha saputo tradurre in moda l’essenza del Taekwondo, disciplina fondata su equilibrio, rispetto e movimento, trasformandola in un linguaggio di stile. Con lo sguardo rivolto al cinquantesimo anniversario del brand, che verrà celebrato il prossimo anno, MCM ha scelto di raccontarsi attraverso un intreccio tra estetiche europee e orientali, riaffermando la sua natura cosmopolita. Non è stata solo una passerella, ma un manifesto di identità globale, in cui il patrimonio di artigianalità si è fuso con l’innovazione tecnologica, creando una dimensione che va oltre l’abito e diventa esperienza culturale.
Tradizione marziale e creatività sartoriale
Guidato da Dirk Schönberger, il brand ha reinterpretato con audacia gli elementi simbolici delle arti marziali trasformandoli in creazioni di lusso e sorprendente femminilità. Una cintura larga da Taekwondo è diventata un abito senza spalline dalle pieghe scolpite, avvolgendo il corpo come un’armatura elegante. Un nodo blu brillante, solitamente associato al rigore della disciplina, ha ridisegnato un abito corto, trasformandosi in un dettaglio inaspettatamente seducente. Non mancavano outfit ispirati allo Zen: minimalisti, essenziali eppure ricchi di sfumature, con gilet dalle linee nette, camicie impeccabili e pantaloni plissettati che evocavano un’eleganza disciplinata ma allo stesso tempo libera. A completare il quadro, bomber trapuntati dalle spalle scolpite e giacche bianche nate dalla cucitura di cinture marziali hanno reso visibile il perfetto equilibrio tra tradizione e sperimentazione.
Il movimento tradotto in design
Ogni capo della collezione ha raccontato un frammento di questo dialogo tra rigore e fluidità, con il Taekwondo che si è trasformato in codice estetico. I blazer doppiopetto, arricchiti da nodi marziali e abbinati a pantaloni a gamba larga, hanno reso evidente come la potenza del gesto possa convivere con la grazia del tessuto, trasformando il movimento in eleganza indossabile. La collezione ha dimostrato come la sartoria europea possa abbracciare la leggerezza orientale, dando vita a un guardaroba che non conosce confini geografici né culturali. L’armonia tra le due visioni ha reso ogni outfit un simbolo di contaminazione e innovazione, capace di esprimere un’estetica disciplinata ma mai statica, in continua trasformazione.
Un dojo di design immersivo
Non solo abiti, ma un intero ambiente narrativo ha reso omaggio al concetto di movimento. Lo spazio espositivo, intitolato “MCM: The Art of Motion”, ha trasformato la Casa degli Artisti in un vero e proprio dojo del design, dove il visitatore ha potuto immergersi in un percorso multisensoriale. Le installazioni hanno raccontato la storia del brand in chiave dinamica, facendo del movimento un linguaggio artistico. Al centro dell’esperienza, un ologramma AI ispirato al Taekwondo e realizzato in collaborazione con Capsa Studio ha rappresentato il cuore pulsante della presentazione, simboleggiando il legame tra tradizione e futuro. La fusione tra oriente e occidente, artigianalità e tecnologia, ha così reso la collezione un’esperienza completa, un dialogo continuo che proietta MCM verso una nuova era.
Verso il cinquantesimo anniversario
Con questa collezione, MCM non ha soltanto celebrato l’arte del movimento, ma ha anche tracciato la rotta verso il suo cinquantesimo anniversario, riaffermandosi come marchio internazionale e visionario. Il brand ha dimostrato di essere capace di fondere culture, linguaggi e filosofie differenti in un racconto coerente e universale. La SS26 ha anticipato non solo un compleanno importante, ma anche un futuro in cui moda, tecnologia e discipline ancestrali si intrecciano per dare vita a una nuova definizione di lusso globale. Una moda che non si limita a vestire, ma che interpreta il mondo in costante evoluzione, trasformando la passerella in un manifesto di stile e identità.
