Maison Margiela SS26: la moda diventa sinfonia, tra metamorfosi, poesia e libertà

Margiela SS26 incanta Parigi: moda, musica e materia si fondono in una sinfonia visionaria.

a cura della Redazione

Alla Paris Fashion Week, Maison Margiela riscrive le regole del sogno. La collezione Spring/Summer Co-Ed 2026 non è solo una sfilata, ma un atto di teatro sensoriale: musica, memoria e materia si fondono in un racconto vibrante, dove il passato si riflette nel futuro e la couture si fa linguaggio emotivo. Sullo sfondo, un’orchestra di sessantuno giovani musicisti accompagna i modelli in passerella, trasformando ogni passo in una nota di poesia, ogni abito in un battito.

La nuova grammatica del tailoring

L’incipit è un inno alla sartorialità reinventata. Il classico smoking si apre come un racconto moderno: il gilet tuxedo diventa protagonista, le spalle si arrotondano in una costruzione precisa ma morbida, i pantaloni scivolano con un cavallo profondo che amplifica la silhouette. I materiali, lana, pelle, denim, si alternano come strumenti di un’orchestra di texture, restituendo a ogni look una potenza fluida e dinamica. Il risultato è un’eleganza spontanea, che vive tra rigore e libertà, tra atelier e strada, tra uniforme e individualità.

Il fascino del frammento

La memoria diventa materia viva. I motivi del tuxedo waistcoat migrano nei trench e nelle giacche, le slip dress ispirate al vintage si sovrappongono ai completi sartoriali, mentre camicie e pantaloni di fodera coprono interi tailleur come una seconda pelle. I fiori stampati su seta e maglieria sembrano provenire da una carta da parati del Cinquecento che si sfoglia nel tempo: stampe crepate, pieghe che si trasformano in ombre, come se il tessuto respirasse la patina della storia. Tutto vibra di un romanticismo imperfetto, delicato e struggente.

Materia, luce e trasfigurazione

Galliano gioca con le metamorfosi: la plasticisation trasforma la seta in pioggia solida, i top di gioielli riciclati diventano opere ibride, le sciarpe fuse nei revers dei tuxedo creano un’eleganza permanente, “fissata” per sempre. Gli abiti si fanno liquidi, riflettono la luce, sembrano respirare. Ai piedi, il ritorno delle scarpe heel-less, con il tacco nascosto all’interno, sfida la percezione visiva, mentre il Tabi Claw con tacco in plexi e le nuove Future avvolte da fasce larghe portano la silhouette nel territorio del fantastico. È una couture che si muove come un sogno lucido, a metà tra sperimentazione e rito.

Un’orchestra di emozioni

Ma la vera rivoluzione è il suono: sessantuno bambini e ragazzi tra i sette e i quindici anni, raccolti dal progetto Orchestre à l’École, suonano Strauss, Mozart, Bizet, Prokofiev. Le loro note riempiono lo spazio come un respiro collettivo, un coro d’innocenza che accompagna la radicalità di Margiela. I modelli, con i Four Stitch mouthpieces che uniformano i volti, diventano figure astratte in un tableau vivant che celebra l’anonimato come libertà. Maison Margiela non mostra solo abiti: mostra un pensiero, un modo di sentire. E ancora una volta, trasforma la moda in arte viva.

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