Nel cuore della Paris Fashion Week, tra sfilate monumentali e show dal ritmo frenetico, Gabriele Colangelo ha scelto ancora una volta la via del silenzio. La sua presentazione Spring/Summer 2026, ospitata a Parigi il 3 ottobre e inserita nel calendario ufficiale della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, è stata un’esperienza raccolta e luminosa: più che una collezione, un momento di ascolto. I capi, esposti in uno spazio essenziale, dialogavano con la luce e con lo sguardo dei presenti, rivelando la filosofia che da sempre guida il designer milanese: l’eleganza come costruzione interiore, la leggerezza come forma di forza.
Un linguaggio di precisione e armonia
La SS26 si muove nel solco di un’estetica coerente e raffinata. Colangelo lavora sulla purezza delle linee e sulla capacità della forma di generare emozione. Giacche compatte, tuniche scivolate, pantaloni destrutturati e abiti che sembrano nascere da un gesto architettonico. Tutto è calibrato, controllato, ma mai freddo. Il suo minimalismo non è un esercizio di sottrazione, ma di intensità concentrata: una bellezza che si percepisce più che si mostra, costruita nella relazione tra corpo, tessuto e luce. In ogni capo si avverte una tensione sottile, una serenità pensata.
Materiali che respirano
Il dialogo tra artigianalità e innovazione è, come sempre, il cuore della ricerca di Colangelo. Per questa stagione ha scelto lane leggere, sete trasparenti, organze impalpabili e tessuti tecnici lavorati a mano, combinati in un gioco sensoriale di texture e riflessi. Le superfici alternano opaco e lucido, compatto e fluido, come un paesaggio in movimento. Ogni dettaglio, una cucitura invisibile, un taglio inclinato, una finitura irregolare, rivela la pazienza del mestiere. È una moda che chiede di essere guardata da vicino, che non seduce con l’impatto ma con la profondità.
Un’esperienza contemplativa
Più che una presentazione, quella di Colangelo è stata una esperienza percettiva. I capi erano disposti come opere d’arte, in un ambiente di luce diffusa e silenzio ovattato. Niente musica, niente passerella: solo tempo e spazio per osservare. Questo formato intimo, che ormai è parte integrante del suo metodo, sottolinea la volontà di restituire alla moda il suo valore contemplativo, il suo ritmo naturale. In un’epoca di sovraccarico visivo, Colangelo offre una pausa: un invito alla lentezza, alla percezione attenta, all’ascolto del dettaglio.
La coerenza di un’estetica italiana a Parigi
Con la SS26, Gabriele Colangelo consolida la sua presenza nel circuito parigino come portavoce di un minimalismo sensibile e materico. La sua moda parla una lingua internazionale, ma conserva la raffinatezza tutta italiana del gesto artigianale. Non segue le tendenze, le osserva da lontano, costruendo un percorso coerente e sofisticato. In mezzo alla spettacolarità della Paris Fashion Week, la sua voce resta una delle più distinte e riconoscibili: quella di chi non ha bisogno di alzare il tono per essere ascoltato.
