Paris Haute Couture 2025: rivoluzioni, assenze e nuovi protagonisti dell’alta moda

Quattro giorni sotto il cielo infuocato di Parigi, tra addii epocali, debutti carichi di promesse e maison che riscrivono le regole della couture

a cura della Redazione

Dal 7 al 10 luglio 2025, Parigi torna a vestire l’incanto assoluto della Haute Couture. Nella cornice rovente dell’estate, 27 maison – tra veterane leggendarie e voci nuove dell’avanguardia sartoriale – si alterneranno in passerella per dare forma al sogno più alto della moda: l’abito come opera d’arte. Ma quest’anno non si tratta solo di bellezza: la couture si trasforma in palcoscenico di passaggi di testimone, ritorni a lungo attesi e addii che faranno storia.

Il lunedì della meraviglia: si apre con Schiaparelli e si chiude con Giambattista Valli

Lunedì 7 luglio la settimana si apre con il surrealismo incantato di Schiaparelli, seguito dal ritorno visionario di Iris van Herpen, regina della couture futuristica. Nel pomeriggio, le atmosfere oniriche di Georges Hobeika, il romanticismo multiculturale di Imane Ayissi, l’eleganza sartoriale di Julie de Libran e infine, in serata, il gran teatro di Giambattista Valli, pronto a inondare la passerella con tulle, volumi e stratificazioni barocche.

Martedì è il giorno dei giganti: Chanel e Armani Privé

Il 9 luglio sarà il turno di Chanel, che torna con una doppia sfilata affidata ancora al suo studio creativo, in attesa del primo debutto couture di Matthieu Blazy, previsto nei prossimi mesi. A chiudere la giornata, Giorgio Armani Privé, con due show consecutivi che mescolano luce, rigore e sensualità in un’eleganza sospesa nel tempo.

Mercoledì tra gli addii di Balenciaga e i debutti di Margiela

È mercoledì 9 luglio il giorno più intenso dal punto di vista mediatico: Demna presenterà la sua ultima collezione per Balenciaga prima di approdare da Gucci. Una fine di ciclo che si preannuncia tagliente, minimale e carica di significato. In serata, attesissimo, il primo atto couture di Glenn Martens per Maison Margiela, che apre ufficialmente una nuova era dopo l’addio di Galliano.

Dior, Valentino e Gaultier: le grandi assenze che fanno rumore

Ma a pesare non sono solo i debutti: mancheranno tre nomi storici. Dior si prende una pausa, in attesa del primo show di Jonathan Anderson nel 2026. Valentino rinvia tutto a gennaio per scelta artistica, sotto la direzione di Alessandro Michele. E Jean Paul Gaultier, che aveva affidato la sua couture a guest designer, salta l’edizione prima del debutto del nuovo direttore creativo Duran Lantink.

Le novità più fresche: ritorni, scommesse e poesia sartoriale

Tra i ritorni, da segnalare l’affascinante couture gotica di Robert Wun e la poesia elegante di Rami Al Ali, insieme alle visioni intime di Aelis, Ardazaei e Peet Dullaert. Occhio anche al pre-debutto di Michael Rider per Celine, fissato fuori calendario il 6 luglio: un segnale di movimenti in corso anche tra le griffe più riservate.

La Haute Couture Week non è una semplice settimana della moda. Qui gli abiti sono pezzi unici, cuciti a mano, su misura, con lavorazioni che possono richiedere centinaia di ore. È moda elevata ad arte. La Fashion Week, invece, riguarda il prêt-à-porter, pensato per la produzione e la distribuzione commerciale. Due universi paralleli, entrambi emozionanti, ma che parlano due lingue profondamente diverse.

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