Etro SS26: il flusso psichedelico che invade la Milano Fashion Week

Etro SS26 è un inno alla libertà, dove moda e vita scorrono insieme in un unico flusso.

a cura della Redazione

Un viaggio che è rito, liberazione e pura energia: la collezione Primavera/Estate 2026 di Etro firmata da Marco De Vincenzo si è presentata a Milano come un racconto in movimento, un’esperienza che non segue schemi ma si lascia trasportare dal ritmo, dai colori e dalle forme, trasformando la passerella in un linguaggio vivo che parla di libertà, di spontaneità e di un’eleganza ribelle capace di sorprendere.

Il ritmo che accende la sfilata

Nella cornice della Milano Fashion Week, il 25 settembre 2025, Etro ha acceso i riflettori con una sfilata che sembrava più un rituale collettivo che un semplice show. A scandire i passi delle modelle, il battito magnetico di La Niña ha trasformato lo spazio in un altare sonoro dove la moda diventa esperienza sensoriale. Marco De Vincenzo ha guidato il pubblico in un flusso di emozioni, tra spontaneità e psichedelia, evocando quella ribellione gioiosa che appartiene agli anni Settanta ma che oggi torna più attuale che mai. La collezione non racconta una storia già scritta, ma si lascia vivere come un percorso libero, fluido, capace di rinnovarsi ad ogni sguardo.

Silhouette che danzano tra leggerezza e struttura

Abiti che sembrano onde, tessuti che sfiorano la pelle come un respiro leggero e tagli sartoriali che riportano ordine senza spegnere la vitalità: la SS26 di Etro è un continuo gioco di contrasti. Il crochet e le trasparenze si intrecciano con volant e frange che ondeggiano al ritmo del passo, mentre giacche dal taglio preciso brillano di riflessi serici. Ogni look è una scoperta tattile, una sovrapposizione di elementi che non cercano la coerenza ma la sorpresa. Il gesto di vestirsi diventa così un racconto personale e intimo, un modo di esprimersi con autenticità, senza schemi predefiniti.

Il colore come esplosione vitale

Etro non rinuncia mai al suo DNA cromatico e questa volta lo porta all’estremo. La passerella si accende di balze multicolori, motivi pittorici che sbocciano come fiori sui broccati, intarsi vivaci sui blouson in pelle e jacquard metallici che riflettono la luce come opere cinetiche. L’effetto è un caleidoscopio in movimento, un inno alla libertà visiva che cattura lo sguardo. Eppure, in mezzo a questa esplosione, il nero irrompe con eleganza inattesa, brillante e impalpabile: una pausa di silenzio dentro il concerto di colori, capace di sottolineare la forza espressiva della collezione senza interromperne il ritmo.

Accessori come talismani di stile

A completare la narrazione di Marco De Vincenzo, gli accessori diventano veri protagonisti, oggetti che non accompagnano ma definiscono l’identità di chi li indossa. Gioielli lavorati come metallo liquido, forme camaleontiche e dettagli in filigrana trasformano collane e orecchini in piccoli totem. Cappelli a tesa larga laserati, foulard di perline e borse morbide arricchite da charm fitomorfi e zoomorfi confermano l’anima nomade e libera del brand. Persino le scarpe, con tacchi ricoperti e strap ricamate, partecipano alla danza del flusso creativo: tutto è movimento, tutto è racconto, nulla è lasciato al caso.

Lascia un commento

Your email address will not be published.