Dai graffiti al front row: Off-White SS26 celebra la cultura urbana alla NYF

Ib Kamara accende New York con una collezione che fonde graffiti, street culture e futuro.

a cura della Redazione

Un rooftop che pulsa come la città diventa palcoscenico di moda, musica e street culture. Graffiti e contaminazioni stilistiche raccontano New York in tutta la sua energia. Off-White, con Ib Kamara, rinnova l’eredità di Virgil Abloh e la proietta nel futuro.

Un ritorno che segna la stagione

La New York Fashion Week si è accesa con il ritorno di Off-White, che ha presentato la collezione Spring/Summer 2026 sotto la direzione creativa di Ib Kamara. La scelta della location, il New Design High School, non è stata casuale: un rooftop che guarda alla città e alle sue infinite sfumature, simbolo di un brand che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani con l’energia urbana. Lo show ha riunito moda, arte e musica in un unico linguaggio, regalando agli ospiti la sensazione di partecipare a qualcosa che va oltre la passerella. Non un semplice evento, ma un momento che ha condensato la vitalità e la complessità della metropoli americana.

Una passerella graffitata

L’impatto visivo è stato immediato e potente. Le pareti dello spazio sono state ricoperte da un murale collettivo, realizzato da quattro artisti locali, ciascuno chiamato a interpretare uno dei borough di New York. Brooklyn, Manhattan, Queens e Bronx sono diventati protagonisti cromatici, raccontati attraverso spray, scritte e immagini che mescolavano riferimenti musicali, sociali e culturali. In questo modo, Off-White ha reso omaggio non solo alla città che ha ospitato la sfilata, ma anche alle radici della street culture, pilastro fondante del linguaggio creativo di Virgil Abloh. Il graffito non era un semplice sfondo: era parte integrante della collezione, un’estensione visiva della sua narrativa.

Moda, musica e contaminazioni

La collezione SS26 ha mostrato tutta la capacità di Off-White di ibridare codici diversi. Il denim è stato protagonista assoluto, declinato in varianti oversize, monocrome o scolpite con dettagli a contrasto. Non sono mancati accenti western, come gli stivali appuntiti e i pantaloni a zampa, che hanno dialogato con silhouette streetwear e layering urbani. L’apparizione di Julez Smith, figlio di Solange, ha catturato i riflettori: completo denim bianco, stivali da cowboy e cornrows, simbolo perfetto della contaminazione tra culture e linguaggi.

A scandire il ritmo dello show, un EP originale curato dallo stesso Kamara insieme a Azekel, Erik Bodin e Yukimi Nagano. Le sonorità elettroniche, pop e urbane hanno creato un tappeto sonoro avvolgente, che amplificava il senso di energia e appartenenza alla città. Moda e musica si sono fuse, trasformando la passerella in un’esperienza multisensoriale.

L’eredità che continua

Con questa collezione, Off-White ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di onorare il passato guardando al futuro. L’eredità di Virgil Abloh è stata evidente nei graffiti, nelle scritte come segno distintivo e nella centralità della cultura urbana, ma Ib Kamara ha portato il tutto a un nuovo livello. Ha aperto la strada a un linguaggio che non si limita a ripetere, ma evolve, mescola, reinventa. La SS26 ha raccontato New York come musa, palcoscenico e protagonista, facendo della città stessa il cuore della narrazione. La sfilata si è trasformata così in un gesto culturale, in una celebrazione collettiva della comunità creativa e del dialogo costante tra moda e società. Off-White si conferma non solo come brand, ma come movimento culturale capace di segnare il tempo e la memoria.

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