Chloé SS26: la leggerezza secondo Chemena Kamali, tra memoria e libertà

Una collezione che trasforma il romanticismo in forza: la leggerezza diventa il nuovo linguaggio del potere.

a cura della Redazione

C’è un’aria di rinascita nella nuova Chloé firmata Chemena Kamali. Nel cuore della Paris Fashion Week, la designer tedesca reinterpreta l’anima più autentica della maison, quella che Gaby Aghion aveva immaginato nel dopoguerra come sinonimo di femminilità naturale, eleganza senza sforzo e poesia quotidiana. Con la collezione Spring/Summer 2026, Kamali scava nelle radici del marchio per restituirgli la sua grazia originaria, ma con uno sguardo rivolto al presente.

“Viviamo un momento unico nella storia della moda,” racconta, “pieno di cambiamenti, ma anche di possibilità di reinventarsi.” Così nasce una sfilata che sembra un respiro di luce: un intreccio di chiffon, stampe vintage e colori solari che celebrano la libertà di essere se stesse, oggi come allora.

Alle origini della “Chloé Girl”

Kamali raccoglie il testimone della leggendaria “Chloé Girl”, quella donna libera, romantica e un po’ bohémienne che dagli anni ’70 ha definito il linguaggio del brand, e la porta indietro nel tempo, fino agli anni ’50 e ’60. È qui che affonda le sue radici la visione di Gaby Aghion, pioniera del prêt-à-porter femminile, che confezionava abiti di chiffon e forme tondeggianti nel caffè parigino Café de Flore.

Kamali riprende quella leggerezza, “togliendo tutta la rigidità e le sottogonne”, come spiega lei stessa, e la traduce in abiti che ondeggiano, respirano, si muovono con il corpo. Lontana da ogni costruzione artificiosa, restituisce a Chloé la sua poesia originaria: quella di un’eleganza che non ha bisogno di gridare.

Un giardino di anni ’50 e sogni ’60

Le stampe sono il cuore pulsante della collezione. Kamali riscopre motivi floreali degli anni ’60, rose, pattern hawaiani, vortici di colori, e li intreccia con lo spirito luminoso dei costumi da bagno anni ’50. Tutto è pensato per evocare vitalità, freschezza, gioia di vivere.

I tessuti, leggeri e trasparenti, si prestano a drappeggi e nodi spontanei: gonne sarong, top incrociati, abiti ariosi che sembrano mossi dal vento. “Mi chiedevo come renderlo più leggero, più spontaneo,” dice Kamali, e la risposta è nel gesto: pieghe, intrecci, annodature che sostituiscono le cuciture. Le borse si ispirano alle cuffie da nuoto vintage, i sandali ibridano sabot e ciabatte da piscina. Tutto è giocoso, fluido, libero come una giornata d’estate.

L’equilibrio perfetto tra heritage e modernità

Nella seconda parte della sfilata, la palette vira verso i toni iconici della maison: sabbia, mandorla, limone e caffè, in un susseguirsi di anorak avvolgenti, bluse cropped, gonne a pareo e lunghi duster coat che accompagnano il giorno verso la sera.

È qui che Chloé ritrova il suo equilibrio: un’estetica romantica, sì, ma ancorata alla vita vera. Kamali non cerca di rivoluzionare la casa, ma di farla evolvere con delicatezza, rispettando la sua storia e spingendone i confini. “Voglio che si percepisca un movimento,” dice, “qualcosa che cresce, che si trasforma.”

È la visione di una donna contemporanea: leggera, consapevole, forte nella sua dolcezza.

Un inno alla femminilità libera e consapevole

Con questa collezione, Chloé ritrova la sua voce più pura. Kamali non disegna semplicemente abiti, ma emozioni da indossare: tessuti che accarezzano, colori che illuminano, forme che respirano. È una dichiarazione di libertà, una promessa di autenticità, una danza silenziosa tra passato e futuro.

Tra le rose e il chiffon, Chloé SS26 celebra la leggerezza come scelta di forza.

Lascia un commento

Your email address will not be published.