Celine SS26: il nuovo inizio di Michael Rider tra eredità e rivoluzione

Celine ritrova la sua voce tra memoria e desiderio, guidata dall’eleganza disinvolta di Michael Rider.

a cura della Redazione

Nell’aria rarefatta di Rue Vivienne, dove la storia di Celine incontra la modernità parigina, Michael Rider ha firmato il suo debutto come direttore creativo con una collezione che segna un punto di svolta. La Primavera/Estate 2026 è il momento in cui la maison si guarda allo specchio e sceglie di rinascere, fondendo la sua eredità con una nuova visione internazionale. Sotto la luce dorata della Hall principale, foulard equestri sospesi e biciclette brandizzate accoglievano gli ospiti: un invito simbolico a pedalare verso un futuro che non rinnega il passato, ma lo reinventa con intelligenza e sensualità.

Un debutto che racconta Parigi e il mondo

Il debutto di Michael Rider per Celine è una dichiarazione d’amore alla doppia anima del brand: quella francese, sofisticata e intellettuale, e quella globale, dinamica e contemporanea. La sfilata si è svolta in un’atmosfera di elegante riservatezza, dove i 72 look hanno sfilato come capitoli di un racconto fluido tra tradizione e audacia. Le modelle avanzavano tra specchi, foulard sospesi e lampi di seta, incarnando l’idea di una donna Celine più libera, metropolitana, curiosa del mondo. La visione di Rider è chiara: riportare la maison al centro del discorso estetico senza rinunciare alla sua leggerezza.

Eleganza strutturata e sensualità disinvolta

Le silhouette si muovono tra precisione sartoriale e spontaneità. Blazer con vita segnata, gonne fluide, pantaloni stretti, trench dalle spalle scultoree e abiti in seta che ondeggiano leggeri come foulard al vento: la collezione alterna rigore e libertà. Il gioco dei materiali, pelle, seta, cotone leggero, denim lucido, crea una tensione visiva continua. Le tonalità spaziano dal cammello al bianco ottico, passando per nero profondo, blu pavone e accenti di rosso bruciato. È una femminilità che non ha bisogno di stratagemmi: elegante, decisa, ma mai costruita.

Tra Phoebe Philo e Hedi Slimane: il ponte di Rider

Il nuovo direttore creativo raccoglie un’eredità imponente e la trasforma in linguaggio personale. Si percepiscono echi della sensibilità di Phoebe Philo, nella ricerca del comfort intellettuale e nel tailoring fluido, ma anche omaggi a Hedi Slimane, con il suo minimalismo rock e le proporzioni affilate. Rider fonde questi mondi e li filtra attraverso una lente americana, rendendo Celine meno distante e più vitale. La sua donna vive tra un atelier parigino e un boulevard di New York, indossa sneakers con abiti di seta, giacche maschili con foulard annodati al collo. È un equilibrio nuovo, sottile, ma pieno di energia.

Un futuro da costruire

La collezione SS26 non è solo un debutto, è un manifesto di intenti. Rider dimostra di conoscere il DNA di Celine e di volerlo reinterpretare senza paura. La maison, dopo anni di trasformazioni, ritrova una voce che guarda avanti: più fresca, più democratica, ma sempre fedele all’eleganza. I foulard equestri, simbolo di legame con l’heritage, si trasformano in metafora di movimento, di libertà, di rinascita. E mentre la musica svanisce tra gli specchi della Rue Vivienne, rimane l’impressione che una nuova epoca sia davvero iniziata.

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