Trump e Zelensky: gelo a Washington

Trump spinge per una tregua territoriale, Zelensky resiste: l’Occidente vacilla tra pace e principi.

a cura della Redazione

L’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, tenutosi alla Casa Bianca, ha riportato al centro del dibattito mondiale il destino della guerra in Ucraina e il futuro dell’alleanza tra Stati Uniti e Kyiv. Un colloquio lungo e teso, durante il quale l’ex presidente americano avrebbe suggerito all’Ucraina di accettare un “cessate il fuoco territoriale”, ipotizzando la cessione parziale delle regioni orientali occupate dalla Russia. Un’idea che Zelensky ha immediatamente respinto, definendola “inaccettabile” per la sovranità del Paese.

L’incontro che divide

Fonti del Financial Times e del Washington Post confermano che Trump avrebbe invitato il presidente ucraino a “raggiungere un accordo con Putin per evitare la distruzione del Paese”. Durante la riunione, il leader repubblicano avrebbe inoltre rifiutato di fornire a Kyiv i missili a lungo raggio Tomahawk, richiesti da tempo per rafforzare la difesa contro l’avanzata russa. Zelensky, visibilmente deluso, ha però annunciato progressi nell’acquisto di 25 nuovi sistemi di difesa aerea Patriot, sostenendo che “ogni aiuto, anche minimo, resta vitale per la sicurezza dell’Ucraina”.

Una svolta nella politica americana

Le parole di Trump rappresentano un possibile cambio di rotta nella strategia statunitense. Se le amministrazioni precedenti avevano sostenuto in modo deciso la resistenza ucraina, oggi la posizione americana sembra orientarsi verso una soluzione diplomatica anche a costo di concessioni territoriali. Secondo The Guardian, l’ex presidente starebbe inoltre pianificando un vertice con Vladimir Putin a Budapest, senza la partecipazione diretta di Kyiv, scelta che ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra i partner europei della NATO.

Le reazioni internazionali

A Bruxelles e Berlino cresce la tensione: i governi europei temono che una trattativa separata tra Stati Uniti e Russia possa legittimare i guadagni militari di Mosca. Zelensky, nel frattempo, ha ribadito che “nessun leader ha il diritto di decidere sul destino del popolo ucraino”, e ha chiesto all’Unione Europea di intensificare il proprio sostegno militare e diplomatico. Il Cremlino, dal canto suo, ha accolto con favore le parole di Trump, definendole “un passo pragmatico verso la pace”.

Tra diplomazia e realpolitik

L’incontro segna un punto di svolta in una guerra che dura ormai da più di tre anni. La prospettiva di un accordo imposto “dall’alto” rischia di isolare l’Ucraina e ridisegnare gli equilibri geopolitici globali. Se Trump dovesse mantenere la sua linea di prudenza, l’Occidente potrebbe trovarsi diviso tra chi vuole fermare la guerra a ogni costo e chi teme di sacrificare la libertà di Kyiv sull’altare della stabilità internazionale.

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