Un boato improvviso, poi il silenzio spezzato dal panico. Il 10 ottobre 2025, un potente terremoto di magnitudo 7.4 ha colpito la regione di Mindanao, nel sud-est delle Filippine, provocando danni diffusi, interruzioni di corrente e scene di paura tra la popolazione. L’epicentro è stato localizzato al largo della costa di Davao Oriental, una zona ad alta attività sismica, dove la terra continua a tremare per effetto delle numerose scosse di assestamento.
Paura e distruzione nel sud del Paese
La scossa principale, avvertita poco dopo le 14 ora locale, è stata seguita da decine di aftershock, alcuni dei quali superiori a magnitudo 6.9. Le autorità hanno segnalato almeno due vittime confermate e diversi feriti, mentre le operazioni di soccorso sono ancora in corso. Case lesionate, edifici crollati, strade interrotte e blackout hanno colpito in particolare le città di Mati e Davao, dove centinaia di famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni. Le scuole e gli uffici pubblici sono stati chiusi per consentire controlli strutturali.
Allarme tsunami e evacuazioni preventive
Subito dopo la scossa, il Philippine Institute of Volcanology and Seismology (PHIVOLCS) ha emesso un allarme tsunami per le zone costiere di Mindanao e delle isole limitrofe. Migliaia di residenti hanno abbandonato le aree a rischio, rifugiandosi sulle alture circostanti. Fortunatamente, le onde registrate sono risultate di entità limitata, e l’allerta è stata revocata dopo poche ore. Tuttavia, le autorità continuano a monitorare la situazione, temendo ulteriori movimenti della faglia sottomarina che attraversa la Fossa delle Filippine, una delle più attive al mondo.
Le cause del sisma: un territorio fragile e in tensione
Gli esperti collegano il terremoto a un’attività anomala della Philippine Trench, la faglia che segna il confine tra la placca del Pacifico e quella filippina. Si tratta di un’area geologicamente instabile, dove la subduzione delle placche genera regolarmente eventi sismici di grande potenza. Secondo i sismologi, la scossa del 10 ottobre potrebbe essere parte di una sequenza di eventi più complessa, con due movimenti ravvicinati di energia, una caratteristica definita “doublet earthquake”. La profondità dell’epicentro, stimata tra i 30 e i 40 km, ha contribuito a diffondere le vibrazioni su un’ampia area.
Solidarietà e ricostruzione: il coraggio delle Filippine
Mentre le immagini di edifici lesionati e famiglie in fuga fanno il giro del mondo, il governo filippino ha attivato lo stato di emergenza e le organizzazioni umanitarie sono già al lavoro per assistere i sopravvissuti. Squadre della Croce Rossa, volontari e forze armate stanno distribuendo beni di prima necessità nelle province colpite. In un Paese abituato a convivere con la forza della natura, la parola d’ordine è sempre la stessa: resilienza. Le Filippine si rialzano ancora una volta, con la stessa forza e dignità che da sempre ne definiscono l’identità.
