L’ironia come stile di vita, la fantasia come lusso: un lascito che continua a parlare
Un addio che segna la fine di un’epoca
Stefano Benni si è spento il 9 settembre 2025, a Bologna, all’età di 78 anni, dopo una lunga e dolorosa malattia che negli ultimi tempi gli aveva tolto anche la voce. La sua scomparsa rappresenta una perdita enorme per la cultura italiana, ma ciò che rimane è un patrimonio narrativo vastissimo, che attraversa generi e linguaggi. Dalle atmosfere surreali di Baol ai ritratti ironici e indimenticabili di Bar Sport, Benni ha trasformato la quotidianità in materia letteraria, rendendo epici i luoghi comuni e immortali i personaggi marginali.
Il potere di far riflettere con leggerezza
Una delle eredità più preziose che lascia è la sua capacità di coniugare ironia e critica sociale. Nei suoi romanzi, nei racconti e nelle opere teatrali, Benni ha affrontato temi come la politica, le ingiustizie e l’alienazione contemporanea senza mai perdere la leggerezza. Con giochi linguistici, neologismi, metafore e invenzioni narrative, riusciva a svelare le contraddizioni della società meglio di qualsiasi saggio. La sua cifra stilistica è stata proprio questa: dimostrare che la risata non è evasione, ma consapevolezza, e che l’umorismo può essere uno strumento potente di analisi culturale.
Una comunità di lettori e di voci
Benni non ha lasciato soltanto libri, ma anche una comunità. I suoi lettori, spesso uniti dalla pratica della lettura ad alta voce, hanno trasformato i suoi testi in esperienze collettive. I personaggi improbabili e i mondi surreali che ha creato diventavano luoghi di incontro, capaci di generare appartenenza e dialogo. Non a caso, il figlio ha ricordato come il modo migliore per celebrarne la memoria sia proprio leggere le sue opere insieme, restituendo alla parola quella dimensione viva e condivisa che l’autore stesso ha sempre ricercato.
La parola come lusso e stile
L’aspetto più raffinato della sua eredità risiede nello stile. Le invenzioni linguistiche, i giochi di parole e la capacità di sorprendere a ogni pagina hanno reso la sua scrittura un “accessorio” prezioso per la mente, un lusso quotidiano che arricchiva chiunque lo leggesse. Benni ha dimostrato che la parola, quando è usata con intelligenza e immaginazione, non è solo comunicazione ma estetica, un elemento capace di vestire, elevare e dare forma a un modo nuovo di guardare il mondo. È questo, forse, il segreto della sua eredità immortale: aver trasformato la letteratura in un’esperienza di bellezza, ironia e resistenza culturale.
