La povertà estrema rappresenta la condizione più dura e persistente di esclusione. Significa vivere senza la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali, disponendo di un reddito che, attualmente, la Banca Mondiale ha fissato al di sotto dei 3 dollari al giorno.
Attualmente, sono 831 milioni le persone nel mondo che vivono al di sotto di questa soglia, di cui oltre 400 milioni sono bambini e adolescenti fino ai 17 anni di età. Si tratta di numeri allarmanti, che descrivono una realtà in cui, in molte parti del Mondo, i diritti fondamentali dei minori vengono ancora sistematicamente violati, con ripercussioni devastanti sul loro sviluppo fisico, psicologico e sociale.
Fame e sete: la povertà estrema nega l’accesso a cibo e acqua
Una delle conseguenze più impattanti della povertà estrema per i bambini è l’impossibilità di soddisfare i bisogni fisiologici primari, come nutrirsi e avere accesso all’acqua potabile.
In particolare, la mancanza di cibo espone i bambini al rischio di malnutrizione cronica, una condizione che può arrivare a causare danni rilevanti e spesso irreversibili. Un apporto nutrizionale insufficiente nei primi anni di vita, infatti, può comportare gravi ritardi nello sviluppo fisico, come l’arresto della crescita, e compromettere lo sviluppo cognitivo, limitando le capacità di apprendimento e le future opportunità lavorative.
Parallelamente, la mancanza di infrastrutture idriche adeguate costringe intere comunità a utilizzare fonti d’acqua contaminate, vettori di malattie intestinali e parassitarie che debilitano l’organismo dei più piccoli. Le conseguenze possono essere numerose: dal rischio di infezioni al diffondersi di epidemie, fino ai casi letali.
Povertà e istruzione: quando studiare diventa un privilegio
L’istruzione, universalmente riconosciuta come uno strumento fondamentale di emancipazione, diventa spesso inaccessibile per chi vive in contesti di povertà estrema.
Le difficoltà economiche rappresentano la causa principale dell’abbandono scolastico o di una scolarizzazione inadeguata. Senza contare che le famiglie si trovano a dover affrontare anche costi indiretti spesso insostenibili per il loro bilancio, come l’acquisto di uniformi, libri di testo, materiali didattici o le spese per il trasporto verso istituti spesso distanti dai villaggi di residenza.
A ciò si aggiungono altre carenze, che spesso la povertà estrema contribuisce a determinare o a inasprire: in molte aree mancano infatti edifici scolastici sicuri, insegnanti qualificati e servizi igienici adeguati.
La mancanza di istruzione innesca così un circolo vizioso di esclusione sociale ed economica che si trasmette di generazione in generazione, rendendo quasi impossibile l’uscita dalla condizione di povertà.
Lavoro minorile e matrimoni precoci: quando la povertà diventa sfruttamento
L’abbandono scolastico in condizioni di povertà estrema spesso è strettamente connesso al fenomeno del lavoro minorile.
Secondo i dati rilevati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), infatti, sono 138 milioni i minori coinvolti in attività lavorative a livello globale, di cui ben 54 milioni impiegati in mansioni definite pericolose, che mettono a repentaglio la loro salute, la loro sicurezza e il loro sviluppo morale.
I settori in cui i bambini vengono coinvolti sono molteplici e variegati, spaziando dalla manifattura tessile, con una domanda di manodopera sempre più trainata dal fast fashion, all’estrazione mineraria fino ad arrivare alla raccolta e lo smistamento dei rifiuti nelle grandi discariche a cielo aperto.
Inoltre, è bene sottolineare che, oltre a essere impiegate massicciamente nei lavori domestici o in agricoltura, le bambine spesso si trovano a subire anche la piaga dei matrimoni precoci, che spesso le porta a essere vittime di abusi, violenze e gravidanze rischiose per la salute.
Sia il lavoro minorile che i matrimoni precoci rappresentano violazioni gravissime dei diritti umani, condannando i bambini a una vita di dipendenza e sfruttamento.
L’adozione a distanza come risposta concreta
Di fronte a uno scenario così complesso, l’intervento delle organizzazioni internazionali indipendenti è fondamentale per innescare cambiamenti reali nella vita dei bambini che vivono in condizioni di povertà estrema.
Si tratta di realtà come ActionAid, che interviene con una serie di progetti che possono essere supportati continuativamente attraverso le adozioni a distanza, che impattano in modo concreto tanto sui bambini quanto sulle loro famiglie e nelle comunità in cui vivono. Con il Natale alle porte, inoltre, è possibile scegliere di regalare un’adozione a distanza con ActionAid e rendere questo sostegno anche un dono con cui scaldare il cuore di una persona cara.
Chi riceve questo dono diventa così parte attiva di un percorso di cambiamento, ricevendo informazioni dettagliate sul bambino sostenuto, sue fotografie e aggiornamenti regolari sul contesto in cui vive.
Il contributo economico resta a carico della persona che decide di fare il regalo, con possibilità di scegliere la frequenza più adatta alle proprie preferenze (mensile, trimestrale o annuale). Ogni donazione è fiscalmente deducibile o detraibile: ActionAid fornisce un riepilogo annuale utile per la dichiarazione dei redditi. La consegna del dono può avvenire in diversi modi: tramite un’e-mail, un link da condividere via WhatsApp, oppure attraverso un biglietto da stampare e consegnare di persona.
