Un post promozionale che la ignora, una disciplina trattata come “sport di Serie B” e uno sfogo diventato virale: Antonella Palmisano, campionessa olimpica e fresca d’argento mondiale nella marcia 35 km, ha denunciato pubblicamente l’ennesima dimenticanza istituzionale che ha oscurato i suoi successi. Il suo grido di frustrazione sui social, diretto alla FIDAL e al sistema sportivo, non riguarda solo una medaglia mancata in un’immagine: è il simbolo di un’intera categoria che chiede rispetto.
Una cancellazione che brucia
Tutto nasce da una grafica promozionale pubblicata in vista degli Europei di Birmingham 2026: il post celebrava le medaglie italiane, ma senza includere Palmisano e il suo argento mondiale. Una svista? Forse, ma non la prima. Per l’atleta pugliese, questa omissione rappresenta l’ennesimo capitolo di un copione già visto, in cui la marcia viene sistematicamente esclusa dalle narrazioni sportive ufficiali. Da qui il suo sfogo: «Mi sono rotta le pa***: adesso si sta superando il limite».
Lo sfogo che scuote la FIDAL
Parole dure, quelle della campionessa olimpica di Tokyo 2021, che non ha esitato a denunciare la situazione sui social. “Le mie vittorie cancellate come se non fossero mai esistite” ha scritto, denunciando il trattamento riservato a chi porta medaglie ma non visibilità televisiva. Il messaggio è stato amplificato immediatamente da tifosi e colleghi, trasformando la sua protesta in un dibattito nazionale sulla gestione della comunicazione sportiva e sulla considerazione di discipline meno popolari.
La replica istituzionale
Il presidente FIDAL Stefano Mei ha cercato di smorzare i toni parlando di un errore tecnico: «Era un post di default, non c’era volontà di escludere nessuno. Non facciamo figli e figliastri». Il contenuto è stato rimosso dopo la segnalazione, ma per Palmisano la questione resta aperta. Perché, come lei stessa ha sottolineato, non è la prima volta che la marcia viene relegata ai margini. La sensazione di essere invisibili agli occhi delle istituzioni non nasce da un singolo episodio, ma da un accumulo di dimenticanze che ora esplode in tutta la sua forza.
Una voce per l’intero movimento
Lo sfogo della marciatrice azzurra ha un valore che va oltre la sua figura personale. È la rivendicazione di un’intera disciplina che, pur regalando titoli mondiali e olimpici, fatica a ricevere la stessa attenzione di altri sport. Palmisano non chiede applausi di circostanza, ma rispetto e visibilità per chi, come lei, porta in alto i colori dell’Italia con fatica, sacrificio e risultati concreti. Il suo messaggio è chiaro: il riconoscimento non può essere selettivo, perché ogni medaglia pesa allo stesso modo.
