OP·PO: la seduta vincitrice di “Sitting Muses, una seduta per i musei”

SITTING MUSEUM

OP·PO, un progetto firmato POLI.design

Lo scorso maggio, l’Associazione MuseoCity ha lanciato il concorso “Sitting Muses, una seduta per i musei”, vinto da un gruppo di studenti del POLI.design. Con la loro seduta leggera, maneggevole ed eco-sostenibile hanno saputo attirare l’attenzione dei membri giudicanti tra oltre trenta progetti presentati.

I protagonisti del concorso

Il concorso è stato reso possibile grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e con il patrocinio di ADI, Associazione per il Disegno Industriale. Ad essere chiamati in causa sono stati invece oltre cento studenti del triennio appartenenti ad importanti scuole italiane di Design. Una grande opportunità, pertanto, messa a disposizione in un periodo alquanto complicato anche e soprattutto per il mondo dell’arte e della progettazione. Un gruppo di giovani studenti del POLI.design ha dimostrato tuttavia l’impronta e l’importanza del genio della creatività anche in periodi difficili e poveri di stimoli. Maria Avgerinou, Wenny Hudarso, Xin Dean e Waleska Galdamez hanno progettato la seduta vincente, affiancati da altri quattro progetti finalisti, anch’essi premiati. Tra questi, due provenienti dalla Domus Academy: Seatcroll, di Chengyuan Ma e Ori Chair di Karthik Nandimandalam. Cavalletto è invece firmato Davide Biancucci, della Scuola del Design del Politecnico di Milano, e Basket Chair nasce dalla creatività di Giuseppe Rocca di NABA.

Si è infatti trattato di una prova di creatività e innovazione non indifferente, giudicata da una commissione di professori, designer ed esperti del settore. Tra loro Fulvio Irace, Storico e Docente al Politecnico di Milano;Silvana Annicchiarico, Design Curator; Gianni Arduini, Designer e Professore. E ancora Michele De Lucchi, Architetto; Peter Hefti, Design Management Consultant e Alessandra Quarto, Vice Direttore Pinacoteca di Brera. Al gruppo vincitore è spettato un premio di 2.500 euro e la realizzazione della seduta progettata in venti esemplari da parte dell’azienda TECNO. Un numero limitato di sedute, quindi, che entro marzo 2021 occuperanno un posto speciale. In occasione della tre giorni Milano MuseoCity, le sale di Gallerie d’Italia in Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, ospiteranno le OP·PO.

Versatilità e sostenibilità produttiva

“Sitting Muses, una seduta per i musei” è stato un concorso pensato per chi ama visitare musei e gallerie d’arte senza rinunciare alla comodità. Le lunghe pause di riflessione e ammirazione davanti a creazioni e installazioni artistiche, possono infatti risultare un incomodo effetto collaterale. A rendere piacevole anche una permanenza prolungata nei luoghi di cultura, ci hanno pertanto pensato gli oltre trenta progetti presentati dai partecipanti. In particolare, la seduta vincitrice OP·PO è leggera e facilmente trasportabile, così da potersi accomodare in diversi punti di osservazione e meditazione delle mostre presentate.

Grazie al suo design minimale ed elegante, questa seduta si presta con stile alla fusione con l’ambiente circostante senza rubare l’attenzione alle opere protagoniste. Fine, stilizzata ed essenziale, sicuramente un ottimo modo per uscire dal museo senza stanchezza o mal di schiena. Composta da due tubolari di acciaio e due prismi che fungono da seduta e schienale, la OP·PO oltre che facile da spostare è agevolmente impilabile.

Ma oltre che funzionale è anche amica dell’ambiente. Il materiale principale di cui è costituita è infatti il sughero, biodegradabile e facile da manipolare, lavorato con tecniche basilari ed eco-sostenibili. Una sostenibilità produttiva e riciclabilità dei componenti base disassemblati, che insieme a classe e funzionalità rendono OP·PO il sogno degli amanti dell’arte in mostra. Pertanto, se siete indecisi tra una domenica di lettura sul divano o una visita culturale, con la OP·PO la scusa del comodo relax è ormai archiviata. L’arte è un piacere per gli occhi e per l’anima, e questa seduta rende piacevole anche andare ad ammirarla!

 

di Greta Masè

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