Russell Crowe: nuove metamorfosi

Tra ricostruzioni storiche, thriller e crime drama, Crowe sembra interessato soprattutto a esplorare il lato più complesso e imperfetto dell’essere umano, confermandosi una presenza solida e inquieta del cinema contemporaneo

di Maria Giulia Gatti

Al cinema con il processo di Norimberga

Russell Crowe attraversa una nuova fase della sua carriera scegliendo ruoli che guardano al peso della storia, alla complessità morale e a personaggi segnati da crepe profonde. Lontano dall’immagine dell’eroe classico che lo ha reso celebre, l’attore neozelandese continua a reinventarsi attraverso progetti che privilegiano il conflitto umano e l’ambiguità.

Uno dei titoli più rilevanti è “Norimberga”, film che affronta il celebre processo ai gerarchi nazisti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Crowe interpreta Hermann Göring tra tensioni etiche, politiche e psicologiche. Il film non si limita alla ricostruzione storica, ma riflette sul concetto di giustizia, responsabilità e memoria collettiva, affidando a Crowe un personaggio misurato, autorevole, attraversato da dubbi e contraddizioni. È un ritorno a un cinema solido e impegnato, in linea con alcune delle sue interpretazioni più mature.

Nuove future trasformazioni

Con “The Weight”, Crowe continua con il dramma storico. Il film narra di Samuel Murphy, un vedovo dell’Oregon degli anni ’30 che si è allontanato dalla figlia e si ritrova invischiato con contrabbandieri d’oro e un criminale senza scrupoli.

In “The Beast in Me”, l’attore si cimenta in una pellicola d’azione, ambientata nel mondo sportivo, in particolare quello delle arti marziali miste. Insieme a lui, anche Luke Hemsworth e Daniel MacPherson.

Il tono cambia con “Bear Country”, un thriller d’azione: una rapina al locale del proprietario di un club manda all’aria i suoi piani di una vita tranquilla in pensione. La sceneggiatura di Borte e Daniel Forte è basata sul romanzo “Strip “di Thomas Perry del 2010.

A completare questo mosaico arriva “Billion Dollar Spy,” ispirato all’omonimo romanzo di non-fiction del 2015 di David E. Hoffman. Il libro racconta la vita dell’ingegnere russo Adolf Tolkachev, soprannominato la “spia da un miliardo di dollari”, sorpreso dall’Unione Sovietica a passare informazioni sulla tecnologia radar classificata ad agenti della CIA.

Dicono di Russell Crowe che sia un attore che non ha più bisogno di dimostrare nulla, ma che nonostante ciò continua a cercare storie capaci di metterlo alla prova. Tra ricostruzioni storiche, thriller e crime drama, Crowe sembra interessato soprattutto a esplorare il lato più complesso e imperfetto dell’essere umano, confermandosi una presenza solida e inquieta del cinema contemporaneo.

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