Bottega Veneta presenta “What are Dreams”: quando l’immaginazione prende voce

Un dialogo tra immagini, poesia e inconscio

di Carola Naccari

Un progetto che intreccia generazioni e linguaggi diversi: Duane Michals e Jacob Elordi danno vita a un racconto sospeso tra sogno, simboli e memorie, dove il bianco e nero diventa luce che svela e ombra che custodisce. Un capitolo inedito nell’universo creativo di Bottega Veneta, che si espande con una delicatezza rara, rinnovando il linguaggio visivo del brand e trasformando la visione in un’esperienza poetica.

Un cortometraggio che trasforma la visione

Girato nella casa di Michals a New York, What are Dreams è un passaggio dentro l’immaginario dell’artista. La scelta del bianco e nero aggiunge una patina senza tempo a una narrazione composta da piccoli segni — una tenda che si muove da sola, un piedistallo inclinato, uno specchio che cambia prospettiva. Accanto al maestro, Jacob Elordi — Brand Ambassador dal 2024 — si muove come una presenza silenziosa e istintiva, completamente immersa nell’atmosfera sospesa che definisce il lavoro di Michals. Un incontro creativo che, con rara delicatezza, amplia l’universo di Bottega Veneta e traduce il sogno in racconto visivo.

Il testo come parte dell’immagine 

Il cuore del progetto è la poesia What are Dreams, scritta da Michals e pubblicata nel 2001. Elordi la interpreta con un tono che non vuole spiegare, ma evocare. I versi compaiono anche sugli scatti, annotati a mano dall’artista, come se fossero pensieri comparsi all’improvviso su una pagina già vissuta. Michals rinnova così uno dei tratti più riconoscibili del suo linguaggio: la fusione tra parola e immagine, che qui diventa ancora più intima e diretta. 

Dodici fotografie che costruiscono un mondo

La serie fotografica che accompagna il cortometraggio è un percorso attraverso simboli e rimandi. Ogni immagine suggerisce una storia che non viene mai detta del tutto: atmosfere che ricordano Magritte e de Chirico, ma filtrate dallo sguardo personale che ha reso Michals un riferimento dagli anni ’60 a oggi. Elordi appare come figura in trasformazione, parte di una narrazione che resta volutamente aperta. Le fotografie non cercano una risposta: invitano piuttosto a restare nella domanda.

Un ponte tra passato e presente

What are Dreams non è solo un’esplorazione visiva, ma un capitolo che riafferma l’identità culturale di Bottega Veneta. La Maison recupera un filo storico — Michals aveva già firmato una campagna nel 1985 — e lo intreccia con lo sguardo del suo presente, incarnato da Elordi.

Il risultato è un manifesto di creatività condivisa, un terreno in cui la moda diventa linguaggio, memoria e immaginazione. Un luogo in cui il Brand continua a esplorare, rischiare e mettere in dialogo discipline diverse senza perdere la propria eleganza essenziale.

Un progetto che lascia una traccia — e continua a muoversi

What are Dreams non si limita a mostrarsi: chiede di essere attraversato con calma, come un frammento di sogno che rimane addosso anche dopo essersi dissolto. Per chi segue il percorso culturale di Bottega Veneta, questo lavoro conferma la volontà della Maison di spingersi oltre la moda, costruendo immaginari che dialogano con la fotografia, il cinema e la poesia.

Ed è proprio in questa intersezione che il progetto trova la sua forza: non cerca effetti, ma profondità; non vuole spiegare, ma evocare. Quando le immagini si chiudono, ciò che resta è una domanda che continua a muoversi silenziosa — un richiamo a guardare un po’ oltre, a concedersi uno spazio di interpretazione. Una traccia lieve ma impossibile da ignorare, come quei sogni che non ricordiamo del tutto, ma che continuano a cambiarci.

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