Con Eternity, il cinema romantico trova una nuova dimensione dove humour, emozione e fantasia si intrecciano. Una storia che parte dall’aldilà e indaga ciò che resta di noi quando tutto finisce. Un triangolo amoroso sospeso tra memoria, rimpianti e possibilità che sembrano infinite.
Un aldilà sorprendentemente quotidiano
Il film immagina il momento successivo alla morte come un grande snodo sospeso nel nulla, una sorta di stazione dell’eternità in cui le anime hanno tempo limitato per scegliere il proprio destino finale. Joan, interpretata da Elizabeth Olsen, arriva in questo limbo con la confusione di chi non si aspetta di dover scegliere ancora. Accanto a lei compaiono il marito Larry, con cui ha condiviso anni di vita, e Luke, il primo amore perduto troppo presto. Da qui parte un viaggio emotivo che stravolge la linearità del genere romantico, trasformando l’aldilà in un luogo dove rivivere ciò che non si è avuto il coraggio di affrontare.
Una storia d’amore che supera il tempo
Il triangolo amoroso di Eternity non è costruito sul conflitto superficiale, ma sulla profondità dei ricordi. Ogni personaggio custodisce una versione diversa dell’amore, e Joan si ritrova a confrontarsi con la donna che è stata, con la moglie che ha provato a essere e con la persona che avrebbe voluto diventare. Il regista David Freyne affida al romanticismo un tono leggero e giocoso, ma lascia emergere anche l’inevitabile malinconia legata alle scelte mancate. Il risultato è una favola moderna che parla di seconde possibilità, ma anche della responsabilità che comportano.
La leggerezza di una commedia sull’eternità
L’aldilà immaginato dal film non è cupo né solenne: è un luogo pieno di piccoli dettagli, ironie e scenari quasi burocratici che rendono questo passaggio sorprendentemente umano. L’universo narrativo si apre a “realtà tematiche” dove ogni anima può esplorare desideri, ricordi e versioni alternative della propria vita. Questa scelta estetica permette al film di oscillare senza sforzo tra commedia, riflessione esistenziale e romanticismo, accompagnando lo spettatore in un mondo che appare distante ma emotivamente vicinissimo.
Un cast che dà corpo all’impossibile
Elizabeth Olsen porta in scena una Joan fragile e luminosa, capace di rendere credibile ogni sfumatura del suo viaggio interiore. Accanto a lei brillano Miles Teller e Callum Turner, che incarnano due modi opposti di amare e di ricordare. La loro presenza contribuisce a rendere Eternity una storia che parla dell’aldilà, sì, ma anche della vita reale e di tutto ciò che continuiamo a desiderare quando pensiamo non ci sia più tempo.
