Una famiglia sottosopra: l’amore ribaltato

Una commedia brillante che ribalta i ruoli familiari e riscopre il valore dell’empatia.

a cura della Redazione

Una commedia che fa sorridere ma anche riflettere, Una famiglia sottosopra di Alessandro Genovesi trasforma un weekend apparentemente banale in un viaggio surreale dentro le dinamiche di coppia, le fragilità e le incomprensioni domestiche. Con Luca Argentero e Valentina Lodovini, il film distribuito da Eagle Pictures si muove tra ironia e sentimento, trovando nel paradosso dello scambio di corpi la chiave per raccontare l’empatia.

Un compleanno che cambia tutto

Durante una giornata a Gardaland per il settimo compleanno della piccola Anna, la famiglia Moretti si ritrova a vivere un’esperienza fuori dall’ordinario: dopo una notte in hotel, ciascun membro si sveglia nel corpo di un altro. Da lì, una serie di situazioni esilaranti e drammatiche che costringono tutti a “mettersi letteralmente nei panni dell’altro”.

Luca Argentero e Valentina Lodovini, genitori al contrario

Argentero interpreta Alessandro, padre in crisi professionale e personale, mentre Lodovini è Margherita, medico di successo e donna stanca dei ruoli tradizionali. Il ribaltamento fisico e simbolico dei personaggi permette ai due di esplorare nuove sfumature interpretative, tra comicità e tenerezza. Accanto a loro, Licia Maglietta nel ruolo della suocera aggiunge una nota di malinconico realismo.

Una favola moderna sull’identità

Genovesi costruisce una commedia corale dal ritmo vivace e dai toni leggeri, ma non privi di significato. Lo scambio di corpi diventa metafora delle distanze familiari e della difficoltà di comprendersi. Il parco divertimenti, con i suoi colori e la sua sospensione temporale, diventa lo spazio ideale per una riflessione sulla confusione e la riconciliazione.

Tra risate e buoni sentimenti

Una famiglia sottosopra è una commedia italiana che parla a grandi e piccoli, mescolando fantasia e quotidianità. Nonostante qualche eccesso di leggerezza, riesce a toccare corde universali, ricordando che a volte serve guardarsi con occhi diversi per ritrovarsi davvero.

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