Un ritratto potente e commovente che restituisce voce a una figura dimenticata della Resistenza romana, raccontata da Stefano Casertano con la forza e l’anima di Micaela Ramazzotti. Un film che parla di libertà, dignità e verità, trasformando la memoria di una donna in un messaggio universale di coraggio.
Una storia vera che torna a vivere
Arriva al cinema Elena del Ghetto, il nuovo film di Stefano Casertano, distribuito da Adler Entertainment, con Micaela Ramazzotti, Caterina De Angelis e Giulia Bevilacqua. Ambientato nella Roma tra il 1938 e il 1943, racconta la vicenda autentica di Elena Di Porto, donna ebrea romana che sfidò il fascismo e l’occupazione tedesca con un coraggio fuori dal comune. In un’epoca in cui il silenzio era l’unica forma di sopravvivenza, Elena scelse la voce, la ribellione, la verità.
Casertano ne firma una regia densa e intima, capace di fondere la grande Storia con il ritratto di una donna indomabile, restituendo alle nuove generazioni il volto di un’eroina dimenticata.
La forza della diversità
Elena non era una donna come le altre. Separata, indipendente, fumatrice, abituata a indossare i pantaloni e a giocare a biliardo nei bar di Trastevere, veniva chiamata con disprezzo “la matta”. Eppure, quella sua apparente eccentricità era la forma più autentica di libertà. In tempi bui, essere diversi significava essere giudicati, esclusi, ma anche vedere ciò che gli altri non osavano guardare. Elena lo capì prima di tutti: la libertà era in pericolo, e il coraggio stava nel non piegarsi, anche da sola, anche contro tutto.
L’allarme del 16 ottobre
Quando Roma cadde sotto il controllo nazista, Elena si unì alla Resistenza, rischiando la vita ogni giorno. Fu lei a scoprire in anticipo il piano per il rastrellamento del ghetto del 16 ottobre 1943, quando oltre mille ebrei romani furono deportati verso Auschwitz. Elena cercò di avvisare i suoi concittadini, bussando porta per porta, implorando di fuggire, di credere al suo grido d’allarme. Ma la paura era più forte della fiducia. Il suo avvertimento rimase inascoltato, e il suo dolore divenne quello di un’intera comunità.
La scena, ricreata nel film con un’intensità struggente, è il cuore emotivo del racconto: una corsa disperata contro il tempo e contro l’indifferenza.
Una memoria che non si spegne
Elena del Ghetto non è solo un film storico, ma un atto di restituzione. Attraverso la recitazione vibrante di Micaela Ramazzotti, Casertano riporta alla luce la dignità di una donna che rifiutò di essere vittima, trasformandosi in simbolo di resistenza femminile e libertà morale.La fotografia alterna luce e ombra come memoria e oblio, mentre la musica accompagna con delicatezza la parabola di una vita che brilla ancora oggi come monito e come speranza.
Elena Di Porto non fu mai celebrata ufficialmente, ma la sua storia, finalmente raccontata, diventa oggi un manifesto di forza e di identità. Perché ricordare non basta: bisogna sentire, capire, tramandare.
