Camminando tra i fiori scalzi

Un racconto che insegna a vivere il tempo come dono, tra ricordo, amore e rinascita.

a cura della Redazione

C’è una lentezza che cura, un silenzio che parla, un amore che insegna a riscoprire la vita. Camminando tra i fiori scalzi, il nuovo romanzo di Nicola Pesce, è un viaggio nell’intimità delle emozioni, un racconto che intreccia la malinconia del tempo e la dolcezza dei legami. Ambientato tra i profumi e le luci della Provenza, il libro celebra la semplicità dei gesti quotidiani, la forza del ricordo e la fragile bellezza della rinascita. Un romanzo che si legge come una carezza, dove ogni parola sembra un passo lieve tra i petali del cuore.

Un incontro che cambia il destino

André è un vecchio burbero che vive isolato in un casale, lontano dal mondo. Un giorno, la vita bussa alla sua porta nelle vesti di un bambino: suo nipote, che porta il suo stesso nome. Tra i due nasce un legame silenzioso, fatto di gesti piccoli ma infiniti. Insieme imparano a riconoscere la magia delle cose semplici: il canto di una civetta, il fuoco che scalda una sera d’inverno, un libro letto sotto il porticato. Pesce disegna una quotidianità tenera e luminosa, dove la lentezza diventa un rifugio e la solitudine un’occasione di rinascita.

La poesia della vita lenta

Nella casa immersa nella campagna provenzale, il tempo sembra scorrere come un ruscello: senza fretta, ma con costanza. Il bambino riscopre il valore della calma, il piacere di osservare e di ascoltare. Il nonno, invece, impara a ricordare chi è stato, a perdonarsi, a sorridere ancora. Pesce ci invita a rallentare, a guardare il mondo come se fosse nuovo, come se ogni giorno potesse ancora sorprenderci. Ogni pagina profuma di terra, di legna, di fiori e di silenzio.

Le ferite del mondo

Il tempo passa, e il giovane André lascia la villa del nonno per affrontare la vita. Ma fuori, tra la frenesia e la durezza del mondo, smarrisce quella purezza conquistata tra le colline. La solitudine, la paura, la fragilità lo rendono un uomo distante da sé stesso, incapace di fidarsi. Fino all’incontro con Amaranta, donna misteriosa e libera, che lo riporta a sentire, a respirare, ad amare. I due fuggono insieme nella neve, costruendo un rifugio fatto di sogni, silenzi e promesse. Ma anche le favole più belle conoscono la prova del dolore.

L’impossibile che diventa verità

Quando la vita sembra strappargli tutto, André scopre che nulla di ciò che si ama va davvero perduto. Pesce intreccia realtà e magia, dolore e speranza, portando il lettore dentro una riflessione profonda sull’amore come atto di fede. Camminando tra i fiori scalzi è una parabola poetica sulla cura del tempo, sulle ferite che insegnano, sulle eredità invisibili che ci accompagnano anche quando crediamo di averle dimenticate. Un romanzo che non si limita a raccontare, ma a guarire.

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