Black Phone 2: il ritorno dell’incubo

Quando il passato richiama dal buio, nessuna distanza può salvarti dal destino.

a cura della Redazione

Il telefono torna a squillare, e questa volta la paura è più vicina che mai. “Black Phone 2”, diretto da Scott Derrickson e distribuito da Universal Pictures, segna il ritorno di un incubo che aveva terrorizzato milioni di spettatori nel 2022. Il film, in uscita nei cinema italiani il 16 ottobre 2025, riprende il filo di una storia sospesa tra l’orrore del reale e la suggestione del soprannaturale. Ethan Hawke torna a incarnare il terrificante Rapace, figura oscura e carismatica che trascende la morte per reclamare vendetta. Accanto a lui, Mason Thames e Madeleine McGraw guidano un cast giovane ma potentissimo, in un racconto dove la paura non è mai soltanto un grido, ma una presenza che perseguita e trasforma.

Il ritorno de Il Rapace

Quattro anni sono passati da quando Finn, all’epoca solo un tredicenne, riuscì a sconfiggere il suo rapitore e a sopravvivere al male. Ma ciò che si credeva sepolto ritorna con forza, e il Rapace non ha intenzione di lasciare che la sua storia finisca. Ethan Hawke interpreta con straordinaria intensità un personaggio che è diventato un’icona dell’horror moderno: crudele, enigmatico e al tempo stesso quasi mitologico. Il regista Scott Derrickson, già autore del primo capitolo e di pellicole come Sinister e Doctor Strange, orchestra un racconto che alterna ritmo serrato e introspezione, amplificando il senso di terrore psicologico che aveva conquistato critica e pubblico.

Una vendetta che attraversa il tempo

Mentre Finn, ormai diciassettenne, tenta di riprendere il controllo della propria vita dopo il trauma, la sorella Gwen, coraggiosa e testarda, inizia a ricevere telefonate nei sogni dal misterioso telefono nero. Quelle voci, provenienti da un’altra dimensione, sembrano collegarsi a visioni di tre ragazzi intrappolati in un campo invernale noto come Alpine Lake. La realtà si mescola all’incubo, e i confini tra mondo dei vivi e dei morti si dissolvono. L’angoscia cresce scena dopo scena, in un crescendo di tensione che ricorda i grandi classici del cinema dell’orrore, ma con una sensibilità più emotiva e contemporanea.

Il segreto di Alpine Lake

Spinta dal desiderio di salvare il fratello e comprendere il legame che unisce la loro famiglia al Rapace, Gwen convince Finn a seguirla nel luogo delle visioni: Alpine Lake. Lì, tra paesaggi innevati e silenzi spettrali, i due scoprono verità che cambieranno tutto ciò che credevano di sapere. Il Rapace, nella morte, è diventato un’entità ancora più potente e simbolica: non solo un assassino, ma la personificazione del trauma, della colpa e della paura che attraversa le generazioni. Derrickson costruisce un finale carico di pathos, in cui l’orrore diventa anche redenzione e memoria, chiudendo il cerchio di una saga destinata a restare nel tempo.

Paura, sangue e legami eterni

“Black Phone 2” non è solo un sequel, ma un’evoluzione emotiva e visiva. Con la sua fotografia glaciale, il ritmo serrato e un intreccio che alterna orrore e sentimento, il film riflette sulle ferite dell’anima e sulla forza dei legami familiari di fronte al male. È un viaggio nel buio, dove ogni squillo del telefono è un richiamo dal passato e ogni scelta può trasformarsi in destino. Un horror intenso, elegante e spietato, che conferma il talento visionario di Scott Derrickson e la versatilità di Ethan Hawke in un ruolo ormai cult.

Lascia un commento

Your email address will not be published.