L’intrattenimento della moda oggi lo fa il pubblico stesso

Se per intrattenimento si intende una serie di gradevoli motivi offerti come passatempo, e a suscitare curiosità e interesse in un pubblico, la moda attualmente lo sta facendo benissimo

di Pamela Romano

Le nuove direzioni creative hanno tenuto il pubblico della moda incollato ai cellulari in attesa delle dirette streaming degli show o, come nel caso di Versace e Gucci, l’uscita delle prime immagini successive agli eventi privati organizzati solo per le più grandi testate giornalistiche.

Ed è in questi casi che il pubblico popolare si reinventa per sentirsi più vicino alla moda e alla community con cui condivide questa passione. L’esempio più eclatante che ha materializzato questa necessità è nato a Parigi durante la Fall-Winter 25/26 e in quest’ultima edizione della settimana della moda milanese è sbracata in Italia, si tratta de La WATCHPARTY. Un format ideato da Elias Medini in arte e sui social Lyas, il pericoloso, come si definisce lui stesso, fashion narrator da quasi 400 mila follower sia su Instagram che su TikTok. In cosa consiste? Ritrovarsi in un bar a vedere la sfilata, commentarla insieme, con dj set e distribuzione di gadget esclusivi. 

In occasione dell’attesissimo debutto di Matthieu Blazy da Chanel l’evento ha toccato i 2000 partecipanti presso La Caserne di Parigi e precedentemente a Milano si sono svolti al Bar Tommasi per The Attico giorno 26 settembre e al Bar Basso per Bottega Veneta il 27 settembre. 

Tornando ai debutti, Demna Gvasalia ex Balenciaga da Gucci, Dario Vitale ex Miu Miu da Versace, Louise Trotter ex Carven da Bottega Veneta, Simone Bellotti ex Bally da Jil Sander per Milano, Jonathan Anderson ex Loewe da Dior, Matthieu Blazy ex Bottega Veneta da Chanel, Pierpaolo Piccioli ex Valentino da Balenciaga, Duran Lantink da Jean Paul Gaultier per Parigi, ognuno a modo loro ha fatto parlare di sé. Girano sul web classifiche sulle musiche scelte in passerella, premiato l’allestimento del Grand Palais che ha condotto gli invitati nel “nuovo universo” Chanel secondo Blazy.

Per tutti valgono delle regole non scritte, lo show è sempre più un’esperienza, tra il pubblico personalità di spicco come l’inaspettata Meghan Markle da Balenciaga,  la narrazione è forte, bilancia heritage e rinnovamento con una teatralità contenuta.

La scelta del contesto della sfilata per lo più ha cercato di rendere protagonista l’abito, è stato coerente su tutti i fronti Simone Bellotti, che ha ripreso il lavoro della stilista Jil Sander nel momento in cui si era resa conto che la sua forza era il Less Is More, e quindi il minimalismo che ha caratterizzato gli anni Novanta.

Ha cercato di focalizzare l’attenzione sulla costruzione degli abiti anche Pierpaolo Piccioli, imputato di aver portato già il suo tocco su Balenciaga, in realtà ha reso noto quanto lui sia stato influenzato dallo stile dello stilista spagnolo durante la sua carriera. Un connubio perfetto che darà nuova vita alla maison del gruppo Kering.

Questo è stato solo l’inizio di una nuova era della moda che ci sta sempre più incuriosendo e quindi intrattenendo. Missione compiuta!

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